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Curiel Couture is travelling across history of Fashion from East to West

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The lights are still off, but the stands are being filled in a slow, but steady way. The public that comes to participate in Curiel Couture event is elegant and well educated. The most of them have certainly experienced a time when fashion gave voice and expression to the society in which it was created. ” We are all equal now, in fashion as in life ,” says a lady in white fur, black blazer from Gay Mattioli bought 20 years ago and a white silk blouse.

If we can consider each show as a journey into the designer’s style, this is more true than ever when we talk about the catwalk of the historic Italian fashion designer.

As the more of the metaphysical journeys this one starts from East;  materials,  fabrics and movements. Ethnic costumes from Malaysia and Cambodia, the maidens of ancient Siam, the peach blossoms in Japan make us protagonists of a long excursus as we were on board of the famous Orient Express.

Either tapered and bias skirts and blazers of the suits underline the waist enhancing the silhouette in a continuous and relentless pursuit of beauty that ” gives me vitality, magic, amazement and enchantment”.

In this kaleidoscope,  harmonious and colorful, rigor and composure has been added by someone who has always worked in this world giving a high control and refined tailoring to the whole collection.

And it is on occasions, like this, that fashion becomes even more similar to a performance where beauty, the one without adjectives is the sole and undisputed protagonist .

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Le luci sono ancora spente, ma gli spalti si riempiono in modo lento, ma continuo. Il pubblico che arriva per assistere alla sfilata di  Curiel Couture è elegante e composta. Sicuramente in molti dei presenti hanno vissuto tempi in cui la moda dava voce e espressione alla società in cui veniva creata.
Siamo tutti uguali oggi, nella moda così come nella vita”, afferma una signora in pelliccia bianca, blazer nero di Gay Mattioli acquistato 20 anni fa e camicetta in seta bianca”. Se possiamo considerare ogni sfilata come un viaggio nell’immaginario dello stilista, questo é più che mai vero per quello che vediamo sulla passerella della storica stilista dell’alta moda italiana. E come il più metafisico dei viaggi si parte dall’Oriente, dai suoi tessuti, le sue stoffe e  le sue movenze. I costumi etnici di Malesia e Cambogia, le fanciulle dell’antico Siam, i fiori di pesco del Giappone ci rendono protagonisti di un lungo excursus come fossimo a bordo dell’Oriente Express. Crepe di chine e antichi ricami combinano materiali preziosi a tagli sartoriali.
Sia le gonne affusolate e di sbieco, sia le giacche che sottilineano il punto vita esaltano la silhoutte in una continua e incessante ricerca della bellezza che “senza tregua riesce a darmi linfa vitale, incanto, stupore e magia”.
A questo caleidoscopio, u armonico e variopinto, si aggiunge il rigore e la compostezza che solo chi lavora da sempre in questo mondo sa dare ai capi., controllando il risultato sui corpi che veste. Ed è in queste occasioni che la moda diventa ancora di più spettacolo ed la bellezza, quella senza aggettivi,  la protagonista unica e indiscussa.
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