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Novità dalle passerelle di Altaroma. Ecco in che direzione si muove la moda emergente

Novità dalle passerelle di Altaroma, la manifestazione di moda romana che si è appena conclusa. Non si parla di veri e propri trend per i quali dobbiamo aspettare il mese della moda pret-à-porter ormai imminente. Parliamo per lo più di intuizioni, poetiche e narrazioni.

Probabilmente se il talk su Roma “Roman’s romance” si fosse tenuto qualche mese fa, avremmo visto cose differenti. Da un lato è stato meglio così. In questo modo possiamo salutare questa edizione con un messaggio e uno spunto per il futuro.

La cosa più importante oggi è avere una identità propria.  Parlare di se stessi, parlare molto e da vicino di quello che si vede tutti i giorni. Altrimenti si rischia di rimanere generici.

Lo afferma Pierpaolo Piccioli durante la conversazione tenuta al MAXXI in calendario ufficiale. Identità, ma soprattutto peculiarità e originalità sono i punti di partenza.

Novità dalle passerelle di Altaroma. Tra conferme, accenti e claim di moda

Non è difficile immaginare la minore disponibilità, non solo economica, dei marchi emergenti. Debolezza che può diventare forza quando si trasforma in ingegno e voglia di stupire.

Idea is more

E di idee ce ne sono state. Tra le tante un unico comun denominatore: colpire. Lasciare un segno, quel tratto distintivo in grado di impressionare il pubblico con un ricordo chiaro e definito. Una traccia importante tanto quanto la definizione di identità. I designer tutti, o quasi,  hanno provato a trovare un claim. Claim inteso come firma. Se riuscirà a diventare una tendenza, lo scopriremo solo più avanti.

Ognuno ha puntato sul suo punto di forza. Uno slogan sulla maglietta come la hot couture di Brognano. Larchitettura di Venezia stampata sulle sete per il duo di Arnoldo][ Battois. Il patterning grafico di Mihatami e lo sporty chic dei big declinato con calzini in spugna adidas e sandali metalizzati di Morfosis.

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Natura e hot couture tra le novità dalle passerelle di Altaroma

Più pacato, solo in termini di atmosfera, il primo giorno della manifestazione. Per Greta Boldini, strati sovrapposti e asimmetrie, stivali e sneakers, abiti leggeri e cappotti voluminosi dimostrano una attenzione raffinata alle diverse sfumature delle stagioni più fredde. In un set naturale che parla di equitazione e tinte decise, senza perdere l’occasione di un omaggio non scritto alla  scomparsa direttrice di Vogue Italia.

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Dal foliage autunnale all’esile e inaspettata forza del bambù per le stampe all over di Marianna Cimini. Le modelle sfilano portando in scena borse a secchiello, come vasi à porter, contenenti piante.  E il verde – la green inspiration – diventa accessorio e completa lo styling sinonimo di dettaglio di stile. Foulard ai polsi, alle caviglie e dettagli femminili su tailleur maschili.

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È il secondo giorno quando le temperature diventano più elevate con la hot couture di Brognano. Così la haute couture, romantica e gentile (che ha imparato da Giambattista Valli), diventa hot nella sua declinazione rock punk. Slogan su t-shirt e marsupi. Abiti da sera  indossati con cappellini da baseball e velette dove il tulle si trasforma in rete borchiata. Guanti dai colori acidi, impermeabili, pantaloni e camice in paillettes su volumi che rimangono bon ton.

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Surrealismo e imperfezioni ci trasportano durante il terzo giorno

Dal duo tutto al femminile di Melampo non ci aspettavamo forse una collezione così ben costruita. Se il surrealismo è solitamente perdita delle coordinate, in questo caso è guida tra mondi onirici. Una camicia per costruire look morbidi e fluidi. Una stampa come elemento di eccezionalità. Una baby cuff per trasformarci in extra terrestri sulla terra.

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Una terra abitata da look molto urbani con le maniche in pelliccia e le trasparenze di Morfosis. Una palette underground ma d’effetto sulle tute in velluto, le gonne in pelle e un mazzo di tulipani tra le mani.

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E alla fine Pattern Fu

Less non è decisamente more per l’ultimo gruppo di designer che ha sfilato in calendario. Stampe, stampe e ancora stampe per Miahatami e Parden’s. Etniche e dal sapore bonton, il primo. Geometriche con gusto seventies, il secondo. Hanno stregato con la ricchezza di dettagli. I bomber indossati sugli abiti in un lavoro di print on print da fare invidia a grafici e pittori.

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