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Sfilano i talents 2017 dell’Accademia costume e moda. Ed è subito futuro

Sfilano i talents 2017 dell’Accademia costume e moda e come spesso capita mi fermo a pensare alle persone di talento oggi. Il talento esiste e i 15 neo designer lo hanno dimostrato. Se da un lato è vero che la tecnica si può affinare e il metodo imparare, l’intuizione alla base del talento dovrebbe essere innata. Avere talento, per la moda in questo caso, significa farla con semplicità. Semplicità che non è assenza di impegno, ma facilità nell’ideare, creare e trasmettere un messaggio a chi ci guarda oggi. E, possibilmente, indosserà domani.

Talents 2017 dell’Accademia costume e moda: tecnica e livello da professionisti

Come al solito, questo appuntamento è molto atteso. In effetti  la sfilata dell’accademia va oltre il concetto di formazione. Anno dopo anno, grazie alla collaborazione di nomi importanti del made in Italy, i futuri designer sembrano raggiungere velocemente una qualità e una sicurezza che li mette quasi al passo con i loro miti.

Così sabato 29 gennaio, hanno sfilato nuovi creativi che  sembrano essere già pronti per affrontare il mercato. L’alto livello qualitativo delle loro creazioni e la forza espressiva lo hanno confermato.

Ispirazioni e stili dei Talents 2017 dell’Accademia Costume e Moda

Se è vero che la moda è specchio della società e ha continui cicli creativi, allora è normale prendere ispirazioni dalle passerelle più popolari, di ieri e di oggi. Il collezionismo retrò del romano Alessandro Michele e la moderna antica arte del lavorare le pelli della Maison Fendi (con la quale gli studenti hanno l’opportunità di collaborare), sono solo un paio di esempi. In entrambi i casi questo è solo il punto di partenza e non l’arrivo di un ben più lungo percorso.

La sensazione di maturità e ricerca espressiva personale viene confermata guardando il lookbook. Ogni designer ha associato il suo nome a un titolo, una immagine di riferimento, delle parole chiave e due look della collezione. Sfogliare questo mini libro quadrato dalla copertina in cartone grigio, la carta spessa e opaca e la stampa volutamente sbiadita è la conferma che i talents 2017 esistono.

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Ecco cosa ci hanno fatto vedere i Talents 2017 dell’Accademia costume e moda

Diana Aparo con Laide vince il premio per la categoria fashion design. Maxi rouches e grafiche stampe tartan per completi gonna \ top e cappotti avvitati. Come se la Belle Époque avesse un’altra faccia: quella più dura del grigio asfalto e del contemporaneo brutalismo comune nei nostri giorni.

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La sfilata  continua con Flavia Cavasino e il suo GM3. Volumi e accessori che fanno pensare a un gruppo di astronauti pronti a volare sulla luna attaccati a un palloncino. Tra le sue parole chiave schiumosità e infanzia alle quali aggiungerei pop  e vinyl vibe.

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Se le prime uscite hanno presentato volumi e forme, la mousse evanescente di Ilaria De Felice ci ha immersi in un universo liquido. Quello fatto di abiti e cappotti chandelier multistrato come i fondali marini. Mentre le pixelature ornamentali in fettuccia e rouches di Valeria Grussu con Chiasmo hanno dipinto signorine borghesi vestite da colori pastello pronte a legislare l’Universo.

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Completamente vestite di una seconda pelle, intagliata, tinteggiata, lavorata le modelle di Francesca Nori e la sua Fruit Leather. Fisicità androgine che scivolano nei volumi minimali di Silvia Perrucci con Durch.

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E poi memoria e tinte acquerellate per Serena Lavarone con Malia; sinuosità moderne per Elena Materia con Essenza; Untitled Denim nelle uscite pensate come pezzi di arte contemporanea di Tea Righini; il fluido poliuretano di Monia Romano con H2O; i maxi luggage di Jarvis di Alessio Rossi che ha vinto il premio accessori; il Bloome di Flaminia Rossi e il Blewawhite di Giulia Schisano.

Una menzione speciale va, nuovamente, al lavoro unico di Ludovica Serra con Innocence. Decorare abiti e soprabiti come vasi di porcellana. A metà tra una bambola e un body painting realizzato sui vestiti [dress painting (?)].

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