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Galleria del Costume di Palazzo Pitti. Qui le radici delle tendenze

Galleria del Costume di Palazzo Pitti, una piccola eccezione che parla di moda all’interno del polo museale di Firenze. Chi è interessato alla moda non può non visitare questo luogo. Da un lato per l’importanza della storia del costume in parte qui custodita. Dall’altro perché molte tendenze di oggi sono rivisitazioni del passato che è  in mostra in queste sale. Qui vengono esposti, rinnovandosi ogni due anni, appunti modificati e attualizzati da chi quel passato lo conosce bene.

Galleria del Costume di Palazzo Pitti e il senso della moda

La moda è il presente, la novità, è curiosità, ma al tempo stesso è conoscere il passato. Per chi ne possiede l’abilità, significa saperne intravedere perfino quello che sarà il domani.

Amo differenziarmi da tutti nel vestire, cerco sempre qualcosa che sia bello, prezioso, anche di difficile portabilità, purché unico. Ho il dono o il talento, di riuscire a portare l’originale e l’impossibile.

La mia collezione è il mio autoritratto…è un solitario lavoro a tempo pieno, realizzato pensando sempre a una destinazione finale: il Museo. – Cecilia Matteucci Lavarini

Lei è solo una delle donne che si incontrano visitando la mostra Protagoniste straordinarie del Novecento. La si vede all’opera proprio verso la fine del percorso museale. Quasi la conclusione di un viaggio capace di mostrare come oggi ci nutriamo delle intuizioni di chi ha reso grande il nostro ieri.

Ecco le protagoniste della Galleria del Costume di Palazzo Pitti

Donne importanti, valorose e autentiche. Personaggi che si sono distinti per il carattere, l’attitudine e la presenza. Nelle sale della Galleria del Costume  sono gli abiti a parlare su manichini che hanno la fisicità delle donne del tempo. Abiti che rappresentano lo stile della musa che li ha indossati e resi vivi.

Con gli abiti comunichiamo ciò che siamo – Caterina Chiarelli, direttrice della Galleria del Costume

All’ingresso di ogni sala c’è la presentazione del personaggio femminile. Stiliste, giornaliste, attrici o compagne di uomini importanti. Attraverso gli abiti intuiamo le loro passioni e quasi possiamo immaginare un dialogo a più voci.

Chissà che faccia farebbe Rosa Genoni, antesignana del made in Italy, vedendo i suoi abiti ispirati alla primavera del Botticelli, influenzare, a distanza di più di un secolo, i capi iconici delle ultime collezioni di Valentino. La sorpresa nell’ammirare quel tulle con ricami fatti a mano e orlo prezioso che oggi sembra assumere una connotazione così contemporanea. Una semantica che si differenzia, quasi esclusivamente, per le proporzioni della donna che li indossa.

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Rosa Genoni sopra

Passeggiando per la galleria del Costume di Palazzo Pitti riviviamo molte epoche

Proseguendo sembra quasi di vedere ancora sulla scena Eleonora Duse e i suoi mantelli attribuiti a Mariano Fortuny. L’assonanza con  quei broccati lavorati e intagliati che ricompaiono anche oggi sulle passerelle è forte.  Tanto quanto la passionalità siciliana di Donna Franca Florio. I suoi vestiti lunghi in velluto eleganti,  raffinati e tremendamente sensuali nella loro austerità ricordano la donna mediterranea che tanto continuiamo a celebrare.

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Quando appare Maria Cusani invece, moglie di Salvatore Quasimodo, si cambia registro. Ballerina e artista capace di indossare un caftano artigianale africano, un leggerissimo abito di scena e altri piccoli capolavori vintage attualizzati ai suoi tempi.

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Abiti di Schiapparelli sopra

La contemporaneità dela galleria del Costume di Palazzo Pitti con tre donne uniche

Si procede nelle sale uniche, esempio di architettura e décor, fino ad arrivare alle tre donne più contemporanee. Quelle che almeno tre generazioni, con le dovute differenze, vorrebbero conoscere. Anna Piaggi, Susan Nevelson e Cecilia Matteucci Lavarini.

Anna Piaggi, giornalista e scrittrice ha fatto della sua vita professionale un continuum con la sua vita. L’ideatrice del vintage, come lo intendiamo noi oggi, è un personaggio unico. Profonda conoscitrice dello stile italiano, creativa e imprenditrice. Come una moderna talent scout ha sempre anticipato le tendenze, interpretandole e dettandole al mondo.

Susan Nevelson, americana di nascita, illustratrice dal talento e personalità eclettica. Le sue stampe a tema naturale flora et fauna sono popolari in tutto il mondo. Colori pop, grafismi accentuati e un gusto contemporaneo la rendono oggi non solo una delle donne che ha creato il sistema moda negli anni ’60. Sfogliando il suo sito tumblr è possibile vedere i suoi lavori, il suo stile e la sua personalità artistica tout cuort.

Un artista lo si riconosce subito. Da come parla, si muove, da come si veste tutti i giorni.

sono le parole pronunciate all’inaugurazione del nuovo anno dell’Accademia di costume e moda di Roma pronunciate da Silvia Venturini Fendi.

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Lo styling come da rivista alla fine del cammino

Nella penultima sala si trova il lavoro creativo pensato e assemblato da Cecilia Matteucci Lavarini. Qui sembra di assistere a uno styling contemporaneo per un editoriale di moda dove stile e tendenza lavorano all’unisono. La forza della scelta di abiti, scarpe, accessori è talmente prorompente da far ripercorrere decenni di stile che si potrebbero indossare tranquillamente oggi. E senza distinzione di età e occasione d’uso.

Una collezionista, capace di creare combinazioni ibride tra moda, arte e scultura. Come il contemporaneo Alessandro Michele, immagina una moda fatta di associazioni. Continui flash back con pezzi del passato acquistati alle prestigiose aste di Sotheby’s. Taiellur iconici firmati Chanel comparati a moderni kid robot vestiti allo stesso modo. Abiti di Yves Saint Laurent e borse pop.

Gilet di comme de garcons e gonne in tulle con tanto di all star leopardate. Le combinazioni sono talmente contemporanee da far impallidire anche la più agguerrita Jessica Parker nelle strade della sua New York.

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Comme des Garcons

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