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Canova porta le sue grazie in mostra a Napoli al Museo Archeologico

Canova torna a Napoli, per la prima volta, dal 28 marzo al 30 giugno 2019. Torna perché a Napoli è passato molte volte durante la sua vita, interamente dedicata all’arte. A Napoli trovava ristoro ed era solito rilassarsi. Proprio durante uno di questi soggiorni, il colonnello inglese John Campbell gli commissionò uno dei gruppi scultorei che lo rendono celebre ancora oggi: Amore e Psiche.

Bevi, Psiche, e sii immortale! Amore non sarà mai sciolto dal vincolo che lo unisce a te. Da oggi voi siete sposi per tutta l’eternità.

Apuleio

Canova , museo archeologico Napoli, mostra canova a Napoli

Canova e le sculture con l’anima

Gli scultori sono artisci unici. Riescono a rendere fragile ciò che è solido, debole cio che è forte, malleabile ciò che è indeformabile.

Ho visto un angelo nel marmo ed ho scolpito fino a liberarlo

Michelangelo Buonarroti

Riescono a trasformare una materia dura e incorruttibile come il marmo, in qualcosa che diventa, in apparenza, fragile come vetro.

Le sculture sono immobili, ma sembrano muoversi o essere ferme nell’istante prima di parlarti o di comunicare qualcosa. L’arte richiede calma, richede spazio e richiede molto studio e ispirazione. Ispirazione e ricerca che ha portato lo scultore veneto a viaggiare per l’Italia e a diventare, in poco tempo, uno dei più grandi scultori Neoclassici.

Canova , museo archeologico Napoli, mostra canova a Napoli

Cosa devi aspettarti da Canova a Napoli

Di trovare lo scultore a stretto contatto, quasi immerso in una ossimorica osmosi, con alcune tra le sue più importanti ispirazioni: i resti degli scavi di Ercolano e Pompei, conservati al Museo Archeologico di Napoli.

Qui, capirete il perché di tanta fama. Passando dai meno noti modelli di studio in gesso, puntinati di chiodi e riferimenti tecnici, alle figure eroiche dove la materia diventa vittoria e trionfo.

Fino ad arrivare alla sublimazione della grazia. Nella farfalla che tiene tra le mani Amore quando sta vicino a Psiche. Nelle tre grazie civettuose e maliziose, con quella delicatezza che solo l’insensibile pietra sa rendere, se plasmata da mani che sono nate per questo.
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