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Amato Daniele shoes, genesis di una collezione

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Amato Daniele shoes dimostra come guardare la nuova collezione di un giovane designer è ancora più interessante se confrontata all’evoluzione e ai traguardi ottenuti in poco tempo.
Con Genesis, l’evento organizzato durante Altaroma, Daniele Amato decide di celebrare non solo se stesso e la sua abilità creativa, ma anche il lavoro artigianale dietro le sue creazioni e l’importanza del processo di produzione.

Amato Daniele shoes  dove inizia una storia di successo

Una maturazione stilistica e una perfezione dell’oggetto raggiunta in poco tempo, è spesso sinonimo di un determinato talento che scorre nel sangue. Come un dna già scritto. Questo è quello che è in parte successo a Amato Daniele shoes che porta avanti, insieme al padre, l’azienda chiamata con nome e cognome.

La sua giovane creatività si sposa bene con il savoir faire di artigiani esperti e con la supervisione del padre, attento alla qualità del prodotto e alla perfezione del dettaglio. E a raccontarcelo sono proprio loro, ammirati e soddisfatti, le mani specializzate che hanno creato davanti a noi borse e scarpe, durante l’evento nel suggestivo hotel Dom a via Giulia.

“Il tempo che ci mettiamo a produrre un oggetto non è il fattore più importante, ciò che conta, in primis,  è l’assenza totale di imperfezioni e la precisione dell’oggetto” dicono, “la soddisfazione di chi acquista uno di questi accessori deve essere totale”.

E la giovane storia di Amato Daniele shoes continua

La primissima collezione di Daniele Amato può essere considerata quella ospitata al Mad Zone nel 2014. Lo spazio contemporaneo e eclettico di questo negozio nel centro di Roma, era forse il luogo ideale per iniziare.

Il passo da quel momento, all’ultima collezione autunno/inverno 2016-2017 è arrivato evolvendo alcuni stilemi, ma rimanendo fedeli ai punti di partenza.

Non mancano, neanche questa volta, i due modelli chiave che fanno di queste scarpe l’accessorio perfetto capace di trasformare il più casual degli outfit in un look trendy e molto metropolitano.
Lo stivaletto leggermente sopra la caviglia e il décolleté.

E’ una collezione decisamente più matura che smette di introdurre elementi di meraviglia e stupore esterni – come quella ispirata ad Alice con le corone, le carte, le scacchiere e i dettagli eccentrici – ma vuole stupire per la ricerca stilistica.

Fucsia e verde per il giorno, blu e nero per la sera. I pellami sono pregiati e i colori tendenzialmente scuri e invernali vengono arricchiti da sfumature metalliche. Le varianti in pitone sono decisamente lussuose, ma un lusso che non vuole urlare per farsi notare, ma che sa essere raffinato e intergenerazionale; elegante e fresco, che non parla alla ragazza che si sta avvicinando alla moda o alla donna che è già consapevole del suo stile.

Le ascolta entrambe e le accomuna in quella ricerca di unicità.

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