Contrasti della moda. Quanto ci piace il lusso e il trash alternato

Contrasti della moda. Nulla risulta più confuso e quasi ossimorico del periodo in cui viviamo oggi. Non solo nella moda, ma qui la crisi si amplifica e si traduce in figura.

Classy e déclassé. Lusso e mestolo. Esperienze elevate e esperienze basse.

Nostalgie de la boue (nostalgia del fango)

direbbero i francesi.

Se ci pensiamo bene non è altro che quell’istinto che ti porta  a vestirti, truccarti e indossare tacchi alti un giorno, mentre quello successivo pensi di voler uscire solo in tuta.

La brava e la cattiva ragazza, per capirci. La femme fatale e quella acqua e sapone. La donna ricercata e la sportiva.

Contrasti della moda, le collezioni crociera 2018 ci hanno confuso ancora di più

Antiquity is enjoying such a moment in pop culture. – Tim Blanks bof

Questa confusione e mancanza di riferimenti, ci porta a cercare di ancorarci a riferimenti del passato.

Chanel immagina le sue dee vestite di drappi e abiti di ispirazione greca. Gucci porta in scena nella Cappella Palatina, un revival dove le epoche, gli stili e le tendenze  si accavallano e intersecano.

Bisogna provare a stupire, anche se può essere rischioso. Così come cerca di fare  Alessandro Michele con il chiaro omaggio a Daniel Day, lo stilista di Harlem.

Avete creduto davvero che il direttore creativo di Gucci non fosse consapevole di ciò che stava facendo?

Contrasti della moda, altrimenti ci annoiamo

La moda evolve sotto l’impulso di un desiderio e cambia per effetto di una ripulsa. La saturazione porta la moda a buttare alle ortiche quello che fino a poco tempo prima adorava. Poiché la sua ragione profonda è il desiderio di piacere e di attirare, la sua attrattiva non può certo venire dall’uniformità, che è la madre della noia.
(Christian Dior)

La noia è il problema. La mancanza di originalità, diversità, ci porta ad annoiarci. Ecco perché vince chi cerca e trova il modo di attirare l’attenzione. A costo di polemiche e accuse.

Foto di Elisa Bellino {theladycracy}