Instagram e la social isteria di massa. Un tempo esistevano le modelle, gli attori, i fotografi, i giornalisti di moda, i turisti, i vip, gli interior designer, i cuochi e perfino la gente comune. Oggi esistono domini al posto dei nomi. Account al posto delle persone. Instagrammer al posto di tutte le professioni citate prima.
Ognuno di noi possiede il kit base delle armi di distrazione di massa. Uno smartphone, un paio di applicazioni di foto ritocco (vi spiegherò poi le più ambite), una buona dose di convinzione e via che si esce di casa, convinti di essere l’avatar di noi stessi. Quello che ci siamo costruiti, martellandoci il cervello con scatti rubati, imitati, masticati dai centinaia di migliaia di account che popolano il web.
«Tutta la vita umana è profondamente immersa nella non verità» – Nietsche in Umano troppo umano.
Instagram e la social isteria di massa: trasformiamo gli influencer in maître à penser
Il marketing di influenza non è un concetto nato oggi. E neanche ieri. Già negli anni sessanta esistevano un certo tipo di influencer: persone terze ed estranee rispetto a una azienda, capaci di influenzare l’azienda stessa e i suoi potenziali clienti.
È solo con internet e i social network che ha assunto la connotazione che la maggiorparte di noi conoscono, associandosi perfino ai blogger. Per questa figura esiste quindi un ruolo preciso, un campo di azione definito. Ne consegue così che non ci si improvvisa tali, utilizzando l’avatar che, come spiegato in precedenza, abbiamo arbitrariamente costruito.
We need to let the world not go so fast. If you’re doing that, you don’t reflect, and in these times we need to reflect more.
In questi tempi dobbiamo riflettere di più. Lo ha detto nel backstage della sua ultima sfilata Alessandro Michele. E sarebbe davvero molto più interessante se la maggiorparte di noi ambissero a trasformarsi da influencer a maître à penser. [Persona dotata di influenza e prestigio, all’interno di un determinato ambiente sociale, grazie alle sue idee e alle sue posizioni culturali]
Conseguenze e rimedi per Instagram e la social isteria di massa
McLuhan ha affrontato un problema analogo, circa 50 anni fa. Il suo disagio era dovuto alla diffusione della televisione. Medium che ci avvolge in un narcisistico torpore. La televisione, allora, e i social network, oggi, rischiano di intontirci, fagocitarci e influenzarci al punto tale da convinverci che non siamo più noi stessi.
Se è ancora vero che il medium è il messaggio, dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento di fronte al bombardamento mediatico dei social. Evitare di consegnare occhi, orecchie e cervello, ma utilizzarlo in modo interattivo. Osservare, studiare, capire e poi utilizzare tutte le informazioni per trovare il nostro posto.
Il nostro vero posto.
Quello che ci rende noi e non simili a un altro. Quello che rafforza la nostra identità e ci fa divertire ogni giorno.
Comments
9 Responses to “Instagram e la social isteria di massa. Quando il medium non è messaggio”
Credo che in giro si vedano troppe copie! La gente non è più se stessa!! Per me l’importante è avere il proprio stile, al di là delle mode e delle influenze!!
http://www.glitterchampagne.com
Bello questo cappotto!
Un bacione,
Mary
Fashion secrets of a pretty girl
FACEBOOK – INSTAGRAM – TWITTER – LOOKBOOK
Hai proprio ragione sai? si può dire quello che si vuole sugli influencer o presunti tali ma è il destinatario che ha in mano la sitazione e la responsabilità, solo che secondo me il più delle volte nemmeno se ne rende conto!
Ormai ci siamo fatti da soli il lavaggio del cervello con i social e pare che non stiamo connessi non viviamo!
Comunque adoro il tuo look, sei adorabile in rosa! 😀
Baci!
S
http://s-fashion-avenue.blogspot.it
“Social isteria di massa” è la definizione che spiega perfettamente la situazione. Sono d’accordo con i tuo invito a usare i social in modo intelligente e interattivo, senza lasciarsi fagocitare e influenzare.
Bello l’abbinamento dei colori del tuo look, adoro il cappottino!
Un bacio
Paola
http://www.pollywoodbypaolafratus.com
Brava, solo in questo modo il mezzo può essere fonte creativa e non distruttiva. Ma il sistema è perverso, come ben sappiamo.
love
http://www.theladycracy.it
Bellissimo pensiero. Mi piace molto il cappotto
http://www.alessandrastyle.com
Super condivido!
Federica Di Nardo
http://federicadinardo.com
Che bella …adoro questo stile e su di te è perfetto! Baci Elisabetta
Che bella la maglia rosa e ben abbinata!
Alessia
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