MaxMara ss 18 parla al giardiniere planetario che è in ognuno di noi

MaxMara ss 18: la più primaverile delle ispirazioni. Una ispirazione che profuma di fiori e di bellezza. Difficile intuire a pieno quello che c’è dietro una collezione. Soprattutto quando l’idea è così intellettuale.

Il giardiniere planetario di Gilles Clément. Quello che preferisce i fiori di campo alle peonie. L’unico che crede che la natura più bella sia quella che nasce e cresce spontaneamente. Senza bisogno di troppe cure.

MaxMara ss 18, l’italianità che riesce a rimanere tale

In un periodo in cui la moda sembra vacillare sotto continui attacchi sociale ed economici, MaxMara riesce a rimanere salda. Alle sue convinzioni di eleganza solida nel tempo. Immune al desiderio di cedere alle tendenze e invertire la rotta. Così, il marchio che continua ad appartenere alla famiglia Maramotti è una delle poche realtà rimaste interamente italiane.

Dal cappotto lungo in cammello sinonimo di stile e desiderio di ogni vera amante della moda, le collezioni continuano a rinnovarsi. Stagione dopo stagione. Senza perdere brio e freschezza.

Luci e ombre, tra città e natura per MaxMara ss 18

Siamo in un giardino fiorito. Vestite in color malva. Poi in una città dai colori cangianti e gli umori variabili. Amiamo i colori neutri o i neri a trasparenze alternate.

Ci ritroviamo, senza accorgercene, a passeggiare per i cortili che si animano solo in primavera. O a brindare in un angolo meno esposto della città. Quella di baudelairiana memoria. Lo spazio urbano dove tutto diventa possibile. Anche vestirsi di strati sovrapposti per sedurre velatamente. Allacciare stretto in vita un trench o fasciarsi in una gonna tubino.

Il gioco maschile \ femminile è imprescindibile per le moderne abitanti urbane. Così i pantaloni diventano boyish, mentre le borse formano un total look con il resto.