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MFW SS 17 Gucci, Blugirl, Alberta Ferretti il romanticismo strong

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Mentre ci si sta lentamente riprendendo dall’estetica spigolosa e confusa della settimana della moda londinese, inizia la MFW con una giornata piovosa. Di rito, oserei dire, ma molto più clemente delle ultimissime edizioni.
“No more waiting” si intitola il mini film, in colori pastello e dettagli trendy, girato dalla Camera della Moda di Milano, per indicare che il conto alla rovescia è terminato.
Il primo giorno si chiude con tre nomi del romanticismo italiano, declinato in tinte noir.

MFW SS 17 Gucci, Blugirl, Alberta Ferretti: conferme e cambiamenti

Tre nomi importanti in calendario. Tre marchi capaci di interpretare quell’idea romantica da sempre cara alle donne. Un romanticismo diverso da quello visto fino ad oggi, molto meno dolce e ammaestrato. Un romanticismo di carattere. Un modo di esaltare un’indole differente. Forte e decisa, come la donna dei nostri giorni.

Lo spirito gitano di Blugirl, il sapore d’ Oriente decorato da orpelli Belle Epoque e stilemi vittoriani in chiave gotica di Gucci, la donna diafana – come una dea – che indossa i pantaloni e le giacche dal guardaroba di lui, per Alberta Ferretti.

Le donne romantiche della MFW SS 17 Gucci, Blugirl, Alberta Ferretti

Blugirl: gipsy e femminile. Dall’America Latina riprende i colori forti, le strisce che diventano bianche e nere; i maxidress indossati con indicibile leggerezza. I dettagli forti come i cappelli alla Gaucho e i maxi orecchini tassels, per quasi tutti i look.

Alberta Ferretti. Ha aggiunto un po’ di pepe alla sua collezione. Non solo per le modelle d’eccezione. Bella Hadid e Sara Sampaio che indossano cascate di tessuto leggero su pantaloni sartoriali. Si avvolgono in corsetti di pelle e doppie cinture sovrapposte. Si alternano in maxi abiti che si muovono con loro.

“Viviamo in una cultura mista e le donne tendono a mescolare le cose. Mi piace l’idea di mescolare il maschile e il femminile nella maniera in cui le nostre culture si mescolano.” – Alberta Ferretti

Oltre il confine MFW SS 17 Gucci

L’universo Gucci. Non è etichettabile. Difficile descrivere la collezione, senza parlare dell’intero immaginario che Alessandro Michele porta in scena, ogni volta, nello spazio industriale dell’ex-scalo Farini.

“Future, love, XXV” in caratteri gotici. Sugli abiti lunghi e i cappotti in pelliccia. “Gold, flower and soul“, le parole che la colonna sonora ripete più volte. Romantica e gotica. Esuberante nei dettagli, ma posata in quella sottesa ispirazione all’Oriente. Atmosfere noir illuminate dalla luce dell’oro. Dei tessuti, dei gioielli che riempiono le mani, che cascano dalle orecchie.

“[…] sta creando questi indumenti inestimabili che non si possono discutere in modo troppo radicale. Vai a casa con questo cappotto che vuoi indossare, e che tua mamma vuole indossare, e tua nonna vuole indossare, ma quel cappotto è stato mostrato su un ragazzo, o ha un serpente gigante verde sul retro, e l’interno rivestimento è rosso sangue. E’ un po’ brutto ed è grottesco, ma è bello ” – Hari Nef.

Alessandro Michele è un collezionista. Nella vita e nel lavoro. Tutto il suo mondo parla di lui e del suo background. L’amore per l’antiquariato e la profonda conoscenza del periodo Tudor inglese. La capacità di circondarsi di oggetti importanti e la passione per l’arte e la storia.

Non si deve cercare la sorpresa, il nuovo, l’inaspettato. Le collezioni di Alessandro Michele sono così. Un turbine di emozione che passa attraverso la storia del costume della moda. Assemblate con cura. Da ammirare con calma. Portare a casa e indossare, stagione dopo stagione, senza l’ossessione di seguire una moda e una tendenza.

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