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Pitone a più non posso, ci piace per davvero?

Pitone a più non posso, ahimè è un’amara verità e fa male quasi solo a parlarne. Seppur ispirato alla Natura, alla giungla tropicale e a luoghi esotici, questa moda del pitone a più non posso non può certo essere considerata una #ispirazione verde.

Pitone a più non posso non è solo questione di essere animal free

Beh di scarpe e borse in pelle è pieno il mondo e anche i nostri guardaroba, però quando si parla di pitone, coccodrillo e struzzo penso che siamo un gradino oltre. Sono pelli cosiddette di lusso che hanno per natura una bellissima lavorazione, quella dell’animale a cui appartengono – ahinoi -non allevati (anche se spesso vi diranno il contrario) e spesso in via di estinzione.

Detto questo parliamone.

Quella strana voglia di Pitone a più non posso

Lo vediamo praticamente ovunque. Gucci ce lo ha proposto, come sempre ma leggermente rivisitato, nella sua passerella di iniziazione con uno stivaletto che ha il tacco e la punta rivestita in pitone in tinta neutra; lo propone Gianvito Rossi nella versione ankle boots tacco medio e lo copia, in una versione rigorosamente low cost, Mango – che a soli 39.90 ti permette di essere alla moda?!?

Da dove nasce questa mania del Pitone a più non posso

La prima volta che mi ha colpito veramente è stato per le strade di Milano e precisamente in via Torino ai piedi di una ragazza che indossava questi stivaletti alla caviglia in pitone neutro con un paio di calze 10 den nere, uno shorts sempre black e una giacca modello redingote. La camminata era fiera e decisa e il complesso era molto accattivante – l’accessorio faceva decisamente la differenza.

Da quel momento è cominciata a insinuarsi quell’idea di #mipiace, ma, “mi piace perché è bello o è bello perché mi piace”???  – sempre per utilizzare una frase della mia cara Suzy Menkes.

Così ho approfondito, complice anche l’abbuffata di pitone, trattato con colori fluo sulle borse di Bianchi e Nardi e del più stiloso Veneziani, viste durante la Settimana della Moda milanese.

Se da Veneziani le borse in pitone con gradazione fluo erano combinate con pelle verde smeraldo e  innovative versioni di zaini, borse destinati alla donna moderna che poi è più una ragazza in carriera; da Bianchi e Nardi erano declinazioni serali, quasi da discoteca anni ’80 che lontanamente rimandavano all’ispirazione primaria della foresta tropicale.

E così ho deciso di concludere che dal momento che la versione in finta pelle, con tacco in finto legno di Mango, genera una finta idea di stile e che le altre non sposano la mia idea di etica con quella di estetica, lascerò il sogno del pitone a più non posso a una moda che spero sia, come tutte le mode, destinata ad andare e venire.

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Gianvito Rossi

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Mango

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Veneziani