Alieni vestiti Gucci sommersi da polemiche e accuse di plagio. Alessandro Michele in realtà sta solo contestualizzando la moda nel periodo storico

Alieni vestiti Gucci, la nuova campagna pubblicitaria ideata da Alessandro Michele. Cinque giorni fa compare sull’account Instagram del marchio il primo extraterrestre in vestaglia con stampa Gucci, sciarpa e uncino. Non ha nè età nè luogo di origine. Appartiene però a un popolo pacifico. Molto più pacifico della polemica esplosa sul web.

Alieni vestiti Gucci in “Gucci and beyond”

Kerelanda Encanta, Xeod, Zenoba, Ula sono alcuni dei nomi della squadra di extratterestri che è sbarcata sul pianeta terra.

A fare cosa?

Sicuramente vuole provare a parlare con noi. Ammesso che siamo pronti e abbastanza aperti per ascoltare. Gucci and beyond è una idea che porta l’attenzione della moda non solo sugli abiti. Da sempre la moda è al servizio dei tempi in cui vive. Non ha gender, non ha età e neanche posizione sociale. La moda è per tutti e ovunque. Se poi la moda, attraverso una campagna pubblicitaria, riesce a farci pensare allora bisognerebbe semplicemente apprezzarla.

La polemica che hanno causato gli alieni vestiti Gucci

Nonostante Kerelanda si sia presentata dolcemente e parla di un portale temporale, senza spazio e tempo:

If I’m correct, this is a Kivordian time portal, a gateway to other times and dimensions. It could take us to any place in history.

C’è qualcuno che rimane rigido e affine ai nostri tempi. Tempi dove, grazie ai social, ad ognuno è concesso di inventare una storia (ctr A.M.). Perché spesso i più forti diventano i più deboli, soprattutto in periodi come questo, quando anche i grandi portali sono a caccia di notizie (Bof).

E così uno studente di moda del Central Martins college decide di accusare Alessandro Michele e Gucci di plagio.

Per cosa?

Per aver copiato il suo lavoro – DICE LUI. Ovvero per la somiglianza con i suoi fotomontaggi dove teste di alieni alla Star Treck compaiono su collezioni di moda. La somiglianza è ammissibile solo a una visione superficiale. La stessa che accomuna altri artisti come Matthew Barney, Alexander Mc Queen e tutti quei creativi che si sono ispirati a mondi lontani e forse inesistenti che a questo punto speriamo ci invadano molto presto.