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Scrivere di moda nel quasi 2019, missione quasi impossibile

“La moda sta morendo perché ha ormai raggiunto una velocità critica che ne ha cambiato completamente la logica.” – Walter Benjamin

Scrivere di moda sta diventano una impresa ardua. Il problema non è tanto cosa succede, ma cosa non succede. Sebbene qualche settimana fa, a ridosso di Natale, abbiano sfilato – nel solito sciorinamento e\o ostentazione – i marchi più noti, nelle collezioni pre – fall 2019, nulla sembra riuscire più a colpirci. E se ci colpisce, non lo fa in modo positivo, soprattutto quando l’obiettivo è stupire a tutti i costi. Poco effetto fanno le moderne Cleopatra di Chanel. Un poò più, ma non ancora abbastanza, le talentuose creazione, frutto di savoire faire e indiscussa capacitò del Valentino by Piccioli. Manca quel quid, quel je ne se quoi. Quel qualcosa in più che ci fa desiderare di possedere quell’oggetto. Di lavorare, risparmiare, sudare per arrivare al momento esatto in cui arriveremo a possedere il tanto agognato oggetto di desiderio. Ormai neanche più platonico, nella maggior parte dei casi.

Scrivere di moda rappresenta cosa manca nella moda

Non c’è più il desiderio, perché??? Perché tutto è confuso, tutto uguale. Nessuna novità. Viviamo in un deja vu costante. E anche se la moda è un costante ritorno, sembra mancare quell’idea di sogno. Tutti possono accedere a tutto. O almeno così sembra. Così è tutto vicino, ma proprio perchè così vicino, non più appetibile.

La prova, non voluta, arriva anche dalla lettera di introduzione del numero di dicembre di Vogue Italia. Emanuele Farneti ripercorre i 12 numeri di Vogue del 2018 ed emerge, chiaro, che la moda raggiunge punti interessanti solo quando è contaminata. Dal design, dalla musica, dalla letteratura, dall’arte.

È come se da sola non bastasse più. Abbiamo bisogno di associarla ad altro. Forse anche perché abbiamo troppo di tutto e il vero lusso è raggiungere uno stile personale combinando ciò che abbiamo, ereditiamo, ci tramandiamo e ci cuciamo addosso.

La tendenza è beige e minimale, questo diventerà lo scrivere di moda

Così arriva quella risposta dalle nicchie più radical chic dei social. Quella voglia di andare in giro vestiti quasi sempre in total beige. Quasi come un tentativo estremo, raffinato e sofisticato di memesi con i palazzi antichi, con l’arte, le sculture e anche il più suggestivo foliage autunnale \ invernale.

Quello che sembra funzionare è minimale, essenziale e pulito. Fatto di capi basicia alternati a capi spalla e accessori importanti e di lusso. Tutto si gioca su uno styling raffinato. Lo stile è quello #Oldcéline che divanta Jil Sander,il moderno Givenchy o il nuovo Bottega Veneta declinato da Daniel Lee.

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Bottega Veneta Pre fall 2019
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Chanel Pre fall 2019