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Perché Gucci di Alessandro Michele piace a tutti?

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La sfilata Gucci di Alessandro Michele ha aperto la Settimana della Moda milanese, e da ieri il web si è riempito di articoli e foto che ne acclamano il successo. Quale sarà realmente la ragione di questo successo e di una collezione che unisce tutti in un coro quasi all’unisono? Da quelle che hanno l’anima più romantica a quelle più gotiche e rock. Da chi vuole affermare il suo essere donna, a chi gioca con dei look più girly e femminili.

Il Gucci di Alessandro Michele è tutto e molto altro insieme. Ma come ci è riuscito?

Eppure Alessandro Michele non è uno di quelli che ama stare sotto i riflettori. Ha sempre fatto il suo, quasi nell’ombra; non ha particolari vezzi e in passerella esce con una plain shirt infilata nei jeans.

Un hippie nella vita e un hippie nella moda. Perché? perché ha creduto in un ideale di moda prima di tutto ispirato alla bellezza. La bellezza dei tessuti, delle silhouette, dei materiali e della fusione di tutte le arti e culture.

Della Street art con i dipinti del ‘500; dell’Oriente con l’occidente; del casual wear con lo sport wear; e della couture con il ready to wear.

La storia Gucci di Alessandro Michele

Lui ha preso tutto. L’heritage di un brand che è nato nel 1921 e che nella sua storia ha avuto stilisti eclettici e esuberanti come Tom Ford. Conoscendo il predecessore Americano, l’uomo con cui tutte – donne e uomini – vorrebbero uscire e il nostrano Michele, sembrano passarci anni luce, epoche, generazioni e non solo pochi anni.

Eppure il Gucci di oggi è la sintesi estrema di quello di ieri e chissà forse di quello di domani visto che i modelli di gucci sembrano essere arrivati da un’altra dimensione dalla quale ci hanno portato a una raffinata rinascita.

Questa sfilata è sofisticata, ma in un senso filosofico, in crescendum, ispirata alla teoria di una crescita orizzontale nel terreno senza gerarchie, dove la vita può spuntare in ogni direzione.

E lui prende tutto quello che di bello c’è da prendere e inizia a decorare, gli abiti in chiffon con gli inserti di pelliccia, le giacche punk con le frange e gli abiti boton; i sandali con i calzini in spugna; gli abiti vittoriani con le maniche a gigot e le collane rock.

Alessandro Michele è un decoratore prima di tutto. Lavora poco sui modelli e molto sui dettagli che definiscono i pattern dei tessuti come i broccati e i dettagli degli accessori che completano gli abiti.

Guardare una sfilata di Gucci è come immaginare di avere a disposizione il guardaroba di diverse generazioni di donne, rispolverandolo e rinfrescandolo con una dose di modernità.
Ci è familiare negli occhiali in osso che abbiamo visto in tante foto degli anni ’60, ’70; nell borse a tracolla come cartelle; nei pantaloni a zampa, nei cappotti, nelle scarpe e in quell’idea di donna che ama vestirsi

Il gucci di Alessandro Michele è tutto ciò con cui siamo cresciuti e con cui vorremmo continuare ad andare avanti,

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PHOTO BY KEVIN TACHMAN / @KEVINTACHMAN KEVIN TACHMAN - JAY Z ROBERT DENIRO HARVEY KEITEL - AMFAR NY GALA FEBRUARY 10, 2016

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KEVIN TACHMAN – JAY Z ROBERT DENIRO HARVEY KEITEL – AMFAR NY GALA FEBRUARY 10, 2016