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Come nasce un editoriale fotografico dalla voglia di raccontare qualcosa

outfit romantico e vintage abito in lana

come nasce un editoriale

Come nasce un editoriale è quello che mi chiedo ogni volta che sfoglio una rivista e colleziono foto di ispirazione, strappandone le pagine da conservare da qualche parte. Gli editoriali patinati, quelli dove in calce sono riportati nomi illustri di stilisti, fotografi, modelle e stylist, sono il frutto di una serie decisioni a tavolino. Ma come nasce un editoriale, qui, è ben altra cosa.

Come nasce un editoriale è una questione di emozioni prima di tutto

Naturalmente riusciamo ad essere in empatia con qualcuno più che con altri. Ci sono persone con le quali non abbiamo bisogno di parlare e condividiamo quella sfera emotiva che riesce a trasformare oggetti, suoni e colori in una storia da raccontare. Ognuno a modo suo.

“Non fai una foto solo con una camera, ma porti con te tutte le foto che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato, le persone che hai amato” – Ansel Adams

E’ così che parole, gesti, suoni, ma soprattutto ricordi si mescolano nel momento in cui sei lì, pronto a comunicare qualcosa che fino a quel momento era rimasto segreto. “La foto è un segreto su un segreto, più ti parla e meno sai”.

Come nasce un editoriale

Perché istintivamente non sappiamo come nasce un editoriale fotografico

Io e Elisa ci conosciamo da poco, ma sembriamo avere una sfera emotiva di riferimento a cui attingiamo quando partiamo per una avventura fotografica. Nelle nostre menti lo storyboard si definisce lentamente quasi senza parlare. Sono frasi e sensazioni condivise a tratti tra un whatsApp e una chat di Facebook. I pezzi della nostra storia si compongono a poco a poco.

Un vestito trovato per caso in un armadio. Una sorta di retrocognizione che ci porta ad attingere a un serbatoio di memoria universale e ci permette di vivere eventi passati o mai esistiti. Quell’abito in sé non ricorda nulla né a me né a Elisa, ma a entrambe rimanda a qualcosa di molto lontano. Attraverso quell’abito la nostra mente si perde chissà dove nella memoria collettiva.

La stessa cosa avviene per la ricerca dello specchio. Quello specchio era un pezzetto mancante dell’immagine sbiadita che si stava facendo avanti nella nostra mente. Lo strumento per guardarsi dentro? Il tentativo di andare oltre le apparenze o l’autocelebrazione di sé e della vanità come dei moderni Narcisi che vogliono tentare di dimenticare il mondo intorno?

outfit romantico a villa celimontana

La storia di come nasce un editoriale fotografico è una storia nella storia

Quando siamo entrate a Villa Celimontana,  per la prima volta forse, eravamo sicure di noi. Un abito in pizzo di lana, uno specchio antico e la voglia di creare qualcosa di velatamente malinconico nascosto da 2 metri di tulle burgundy.

La malinconia del tempo che passa, del Natale che fa pensare, della voglia di oscurare le incertezze e aspettare la luce. Il desiderio di stare in silenzio per ritrovare quei suoni e quelle voci. Della possibilità per un attimo, un minuto o un ora, di fermare il mondo e provare a guardarsi dentro.

In fondo un editoriale è una storia scritta a più mani dove si parla del potere evocativo degli oggetti, dei sentimenti rinchiusi in corpi, mondi e convenzioni, della voglia di mostrare chi sei senza frasi sguaiate e azioni sopra le righe. Un modo sottile di urlare con la voce strozzata che noi ci siamo e che quello che abbiamo da dire è cupo, gioioso, forte, fragile, folle, razionale, allegro, prepotente e a volte disarmante.

Il modo per prendere aria e andare avanti invece che cedere a comportamenti eccessivi e inutili polemiche.

Come nasce un editoriale fotografico non si può sapere in anticipo, perché non è altro che quello che eravamo e che siamo diventati in quel preciso istante in cui i raggi del sole del tramonto sono più forti delle nostre zone d’ombra e quello che doveva essere tristezza è diventata un tripudio di colori ivernali e una esplosione di tinte forti e vivaci, come la vita.

E forse questo editoriale era già scritto e noi siamo stato solo il mezzo.

“Gli attimi bisogna lasciarli così come si sono vissuti.
Mai tentare di ripeterli, di riviverli” Heinrich Böll

foto poetiche e di ispirazione

abito e foto retrò     abito in pizzo di lana dal gusto retrò

editoriale fotografico nel 2015

i colori dell'invernoeditoriale fotografico romantico

foto con la luce del tramonto in inverno

Ph. Elisa Rinaldi fotografa

si ringrazia la mia amica Lavinia Caldani per lo specchio e la presenza costante nel supportare me e quello che faccio