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Boho-chic come una gonna floreale e il mare tutto intorno

boho chic floral skirt

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Boho-chic significa boheme, hippy e chic. E che cos’è, se non la definizione esatta di uno spettacolo della natura, come quello del mare che si fonde con il cielo? Bohémien è sinonimo di gitano, come un viaggiatore, chic di eleganza e hippy di quello spirito libero e a tratti naïf, diffuso negli anni Sessanta.

In questi scatti improvvisati, realizzati indossando una gonna lunga in stile gitano e un top in cotone, c’è molto di me e di ilovegreeninspiration. Questo non è un fashion blog. Non mi sono mai piaciute le etichette e tantomeno quelle che tentano di confinarti in una certa categoria, nella quale qualcuno prova anche a identificare comportamenti comuni, per giunta discutibili.  Preferisco definirlo un blog magazine o un blogzine, ovvero un magazine digitale sulla piattaforma di un blog. Sì ,un fashion blogzine che si occupa di design e architettura, assecondando la mia formazione.

Il mio background è sicuramente un po’ bohémien, come qualsiasi vero creativo, ed è l’architettura. Come Tom Ford, Versace e Ferré. La moda è tutta una questione di proporzioni proprio come l’architettura, diceva Mademoiselle; è un istinto naturale verso il bello e un’attitudine all’estetica. Forse è per questo che sono arrivata qui, dopo circa due anni passati nella progettazione delle boutique di Roberto Cavalli.

E poi anche perché scrivo da sempre, e se non ho studiato lettere è per quella insensata capacità che quasi tutti abbiamo, di non seguire quello che i grandi ti consigliano di fare. Non leggo romanzi, raramente. Non mi piace uscire dal mio mondo di fantasia per entrare in quello di qualcun’altro. Leggo di moda e architettura. Praticamente tutto. Se voglio sapere qualcosa di una sfilata che non ho visto, cerco le recensioni di  Suzy Menkes, con cui ho avuto l’onore di condividere la sala stampa durante AltaRoma e il WWD. Entrambi hanno uno stile giornalistico, un andare dritto al punto parlando di materiali, modelli, tessuti e lavorazioni, con una capacità di sintesi critica e pungente che ti lascia in bocca il sapore di una collezione.

Leggo i titoli di alcuni magazine come l’Officiel, Vogue e Elle di passaggio. I fashion blog? Ce ne sono alcuni che stimo molto. Altri che seguo sin dall’inizio e che si distinguono per avere una personalità forte e fuori dalle righe. E sono molto più che fashion blogger. Se dovessi fare un nome, direi Garance Doré, favolosa illustratrice Francese che vive a New York. E con questo ho detto tutto.

In questi ultimi anni ne ho conosciute di persone e visto di posti. Uffici Stampa, giornalisti, stilisti e semplicemente chi ci prova. Ognuno mi lascia sempre qualcosa, a volte questo qualcosa ha un sapore amaro, ma è pur sempre meglio di un niente. Per queste e molte altre ragioni non mi piace essere chiamata fashion blogger, con quella vena di scetticismo mista a derisione, di chi pensa che sia tutto un baratto di oggetti, favori e passerelle improbabili aspettando che Scott del Sartorialist si accorga di noi.

Il mio spirito boho – chic lo dimostro qui, dove scrivo di moda, di design e di architettura, analizzando le tendenze in maniera trasversale e utilizzando la natura con un senso estetico, etico, ma anche solo ispirazionale.

Quindi se volete una boccata d’aria fresca, io sono qui, perché “green is the new black” – impossibile dimenticarlo.

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