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Favignana, non solo un’Isola nel Mediterraneo

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Favignana è un’Isola, e come tale, tra me e lei, è stato subito amore. Non importa che sia una delle Egadi e non delle Eolie o che so delle Baleari. Io con le Isole ho un rapporto speciale, con tutte. E mi sarà capitato decine di volte ormai, di innamorarmi di questi angoli di terra circondata dal mare e di affermare: “sì, questa è la mia Isola”.

A Favignana ci si arriva per forza via mare. Non esistono aeroporti, ma solo Aliscafi. Sul mio, della Ustica lines in partenza da Napoli, si respirava un’atmosfera surreale e nelle ben 6 ore di navigazione, c’è stato un tributo a Raffaella Carrà, Edoardo Vianello con la sua Abbronzatissima, e a qualsiasi canzone che neanche il vecchio “sapore di sale, sapore di mare” si ricordava.

Se arrivi sull’Isola di sera, difficilmente riesci a capire dove sei sbarcato e a quale esplosione di meraviglie assisterai. Devi aspettare al mattino, svegliarti respirando un’aria secca e fresca, lasciarti salutare dal sole e capire immediatamente che affittare una bicicletta ti darà quella sensazione di libertà e felicità, che forse avevi dimenticato.

Se decidi di dormire non al centro di Favignana, come ho fatto io, avrai il maggiore contatto possibile con la Natura e l’ispirazione verde. Dalla brezza del mare, al fresco degli alberi, al rumore degli uccelli e delle cicale nascoste chissà dove. Raggiungerai con più facilità le spiagge, che sono poche e piccole. Ma il mare per fortuna è ovunque. E i colori sono indescrivibili, a parole. Come una di quelle cartoline che ti fanno sognare posti esotici e quasi irraggiungibili.

La mia casa l’ho scelta a occhi chiusi. Non potevo immaginare che fuori al miramare residence, c’era Marasolo, una mini spiaggia dall’acqua turchese, attrezzata con una pensilina in legno bianca e qualche sdraio.

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E così ho fatto il bagno dove l’acqua era di quel turchese che, quando sei in città, pensi possa appartenere solo a un mosaico celeste sul fondo di un piscina. Stella palette cromatica nella spiaggia del Lido Burrone, delle grotte del Bue marino e nella Cala Rossa.
Qui ho fatto i tuffi dagli scogli al grido di Geronimoooo – un capo Indiano che veniva invocato in un film degli anni ’40 e nello sbarco in Normandia.

Ho assaggiato i sapori del mare. Il tonno di Quello che c’è…c’è, i primi in compagnia del gatto Inzolia dal Camarillo Brillo e l’aperitivo ricco nei baretti di via Roma.
Qualcuno dice che l’isola di Favignana si gira tutta in bicicletta, ma io vi dico che non è vero. Prendetevi il tempo di fermarvi a guardare e respirare. Arrivate in bici fino al faro per vedere il tramonto e affittate una barchetta da brezza di mare per fare il giro dell’Isola e, perché no andare a prendere una granita a Levanzo.

“Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti | arrivederci fratello mare | mi porto un po’ della tua ghiaia | un po’ del tuo sale azzurro | un po’ della tua infinità | e un pochino della tua luce | e della tua infelicità. | Ci hai saputo dir molte cose | sul tuo destino di mare | eccoci con un po’ più di speranza | eccoci con un po’ più di saggezza | e ce ne andiamo come siamo venuti | arrivederci fratello mare.” – cit.

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