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#IOSTOCONALTAROMA

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Ho partecipato per la prima volta ad Altaroma nell’edizione Luglio 2013, a poco più di un anno dell’apertura del blog.
Non pensavo che i quattro giorni dedicati all’Altamoda della capitale potessero essere così interessanti e creativi.

Di anneddoti da raccontare ne ho molti.

Ho conosciuto personalmente Paul Andrew pochi minuti prima di vincere il premio Who’s on next? e esattamente sei mesi dopo ha aperto, con le sue scarpe, la Settimana della Moda di New York.

Ho assistito alla prima sfilata dinot charity, just work” che ha affermato definitivamente il concetto di diversità intesa come metissage culturale, valore proclamato proprio sulla passerella di Borgo Santo Spirito in anticipo di un anno sulla sfilata della stessa Stella presso il teatro Armani a Milano.

Mi è stata data la possibilità di sognare con la collezione romantica e senza tempo di Esme vie e l’ho rincontrata a Parigi nella suite che fu di grace Kelly e Audrey Hepburn.

Insieme, o direi anche grazie ad Altaroma, ho visitato luoghi di Roma solitamente chiusi al pubblico che risplendevano nella celebrazione di un madeinitaly che fa notizia senza gridare. Esempio sofisticato di una eleganza che riprende il suo spazio e il suo tempo in maniera gentile attraverso le mani di giovani designer che hanno studiato e imparato dai grandi couturier.

E anche se non riesco a resistere, so che questo non è il momento giusto per soffermarsi a parlare di quelle che ormai sono diventate amiche oltre che colleghe. E’ l’ufficio stampa di Altaroma che supporta, aiuta, informa e fa sentire tutti proprio come in un salotto di moda.

Ieri ci hanno comunicato che l’edizione di gennaio é sospesa.
Non voglio entrare nel merito di decisioni che probabilmente non riuscirei a capire e che se volete potete voi stessi interpretare leggendo il comunicato stampa “altaroma è sospesa”.

Quello che qui voglio sottolineare sono solo alcune delle parole scritte dalla popolare giornalista britannica Suzy Menkes, con cui ho avuto il privilegio e l’onore di condividere la Sala Stampa, come testimonianza dell’apprezzamenteo internazionale sulla manifestazione.
Nel 2012 scriveva che “la Moda Eterna nella Città Eterna ha qualcosa di poetico e romantico” e che “il 21 sec stava vivendo un flashback ai tempi della dolcevita“, riferendosi a quello stile classico e raffinato per il quale ci hanno conosciuto in tutto il mondo.
Solo qualche mese fa invece, a luglio 2014, intitolava un articolo sulla rubrica di Vogue Italia “Alta Moda romana all’altezza del suo status “haute”.
Parole scritte dalla stessa giornalista che ha accusato la moda italiana di essere vecchia e stanca dopo l’ultima Settimana della Moda milanese.

E allora forse potremmo fermarci a pensare che AltaromaAlt(r)amoda – come la definì qualcuno – sta solo pagando il prezzo riservato a chi è abituato a promuovere, innovare e rischiare lontano dai riflettori ordinari e senza il supporto dei canali standard?

Con tutto questo volevo semplicemente dirvi che #Iostoconaltaroma e spero lo farete anche voi. Grazie ❤︎

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