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Film animazione Venezia 74: la Gatta Cenerentola. La fiaba diventa noir

Film animazione Venezia 74: una eccezione. La Gatta Cenerentola di  Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone è stata presentata alla Mostra del cinema di Venezia. In concorso nella sezione Orizzonti ha conquistato un primo traguardo già solo quando è stata ammessa. Il secondo, dopo la proiezione. Tra gli applausi e la standing ovation del pubblico colto e preparato della città della laguna, è arrivato a Napoli. E dal 14 settembre sarà nelle sale di tutta Italia.

Presentato, in anteprima al Modernissimo, è un bell’esempio di tradizione che si evolve.

Ciò che era favola, rimane tale. Quello che era melodramma si arrichisce di note noir e ambientazioni steampunk. Le parole, musiche e personaggi diventano voci di attori importanti, colonna sonora da ricordare e figure animate per grandi e piccoli.

Film animazione Venezia 74. Un bell’esempio di modernità nella tradizione

Questo film è una bella prova che una favola continua ad avere valore nel tempo. Anzi. Riesce ad acquisire nuove significazioni, mantenendo intatto il valore del melodramma dato da De Simone nel 1976 quando creò l’opera.

Quando cominciai a pensare alla gatta Cenerentola pensai spontaneamente ad un melodramma: un melodramma nuovo e antico nello stesso tempo come nuove e antiche sono le favole nel momento in cui si raccontano. Un melodramma come favola dove si canta per parlare e si parla per cantare o come favola di un melodramma dove tutti capiscono anche ciò che non si capisce solo a parole.

E la radice più arcaica.  Così Dario Sansone (uno dei quattro registi) ci tiene a spiegare il punto di partenza: la trascrizione completa della favola del 1636 che ha portato al  punto di arrivo del 2017.

Raccontare la Napoli luminosa e prospera e la Napoli oscura.

La città che hanno scelto di vivere e supportare in toto. La Miseria e Nobiltà che la rendono un patrimonio culturale, sociale e creativo inestimabile.

Cosa rimane della favola di cenerentola e dell’opera teatrale nel Film animazione Venezia 74

Vengono ripresi con particolare intelligenza e completamente rivisitati gli archetipi della favola originaria (divenuta famosa con la Walt Disney). La perdita della scarpetta, come naïf trade union dell’intera narrazione, all’inizio. La scarpetta di cristallo, come elemento risolutore e sbloccante della vicenda, alla fine.

Dell’opera teatrale, invece, rimane l’amore per la musica popolare della tradizione partenopea che si mescola con quella colta e diventa moderna. Dalla Nuova Compagnia di canto popolare che interpretò l’oper degli anni settanta, si è passato a interpreti contemporanei famosi sul territorio come Daniele Sepe, Enzo Gragnaniello.

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La Gatta Cenerentola è un film da vedere

Per chi conosce Napoli. Chi la ama. E chi ancora la teme. Chi è appasionato di favole moderne. Di quelle che anche se raccontano aspetti brutali e corrotti della nostra società, credono in un lieto fine. In una società che può migliorare.

Un film sicuramente colto. Colto nell’accezione di illuminato e aperto. Verso nuovi strumenti creativi. Come l’animazione della Mad Entertainment degna dei migliori manga giapponesi. Dei flashbacks narrativi tecnologi e moderni. Oleogrammi che diventano fantasmi shakesperiani, fili conduttori e momenti rivelatori importanti.

Protagonisti, che per quanto di reale, abbiano solo le voci portano ognuno qualcosa di noi. Che sia il lato più dark, quello più fragile  o il più coraggioso, non importa. Ognuno troverà un pezzettino della sua ricerca personale, sepolto lì, da qualche parte, sulla nave Megaride, ancorata nel porto di Napoli.  Film di animazione Venezia 74, la gatta cenerentola 2017, recensione la gatta cenerentola Film di animazione Venezia 74, la gatta cenerentola 2017, recensione la gatta cenerentola

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