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2016 anno nuovo valori vecchi

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2016 anno nuovo. Non è certo una novità questa. Non è neanche un concetto innovativo su cui riflettere il 5 gennaio quando, a un giorno dalla grande e ovvia rivelazione dell’Epifania, che tutte le feste porterà via, mi fermo a pensare. In realtà sono cinque giorni e forse più che non faccio altro. Perché a me la fine e poi l’inizio dell’anno mi ha sempre creato problemi. Non che la famosa frase “che fai a Capodanno?” mi turbi per ragioni mondane. Anzi. Il mio problema è lo spietato e inarrestabile scandire del tempo che passa. Dietro questo banale quanto arcaico rituale del “-3, 2, 1…booom” si nasconde per me un mondo di ansia. Di perdere l’attimo? Da prestazione? non proprio.

“L’ansia è sempre un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l’irreale”-Charlotte Joko Beck.

2016 anno nuovo, pensieri vecchi

E così inizia il nuovo anno. Tra chi legge l’oroscopo sperando di trovare il suo segno nella top tre perché “non è vero ma ci credo“, come diceva Totò e chi cerca di essere una versione migliore di sè. Alimentare l’autostima: ecco cosa dovremmo fare. Tutti e ben oltre il primo intoppo. Il mio segno, quello dei pesci, è anche per questo 2016 in cima alla classifica. Dei segni pensierosi, emotivi, creativi, mai contenti. E così a 5 giorni dall’inizio del 2016 anno nuovo cerco e forse trovo un po’ di saggezza.

“La saggezza, come lo yoga, aiuta a capire che la vita è un viaggio e che il significato non si trova nella destinazione ma nel viaggio stesso” .

Saggezza significa vedere le cose come sono veramente. La loro essenza, ben oltre il velo coprente delle nostre contraddizioni. E così, guardandomi intorno, ho raggiunto una rara consapevolezza.

Succede che nel 2016 anno nuovo sì, ma valori di sempre

Qualcuno potrà dire che già lo sapeva, altri che è scontato quanto il pandoro a Natale, ma io vi dico che ci ho messo tutta la vita fino ad ora per capirlo. Qualunque cosa fingiamo di desiderare o volere per il nuovo anno non è nulla rispetto a quel reale bisogno di affetto. Sproporzionato e incomprensibile. Immenso e incontenibile. E non ci saranno mai abbastanza glitter nel mondo. O patinate distrazioni.

Cosa hai fatto nel Capodanno 2015\2016, cosa indosserai per i prossimi 361 giorni dell’anno non sarà mai realmente importante quanto la soddisfazione di quell’unica primaria necessità di sentirsi voluti bene. Solo tu puoi conoscere il tuo happy place e tornarci ogni volta che ti sentirai smarrito. Il valore del tempo, quello che passi con le persone della tua vita, è l’unico tempo che non sarà mai sprecato. Lontano dalla mondanità, dai social che a volte sembrano rubarti anche l’anima e con quei piccoli dettagli che fanno della tua vita, la tua vita.

I dettagli che contano, come la bellezza di un fiore, perfetto nella sua disarmante semplicità.
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Ph. Elisa Rinaldi fotografa