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Dimmi come lavori e ti dirò chi sei

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Dimmi come lavori e ti dirò chi sei, non è il titolo di un quiz, ma un insieme di segni che ti rendono il lavoratore che sei. Nel periodo in cui lavoravo all’Università – appena laureata – c’era una cosa che non riuscivo esattamente a capire. Il perché il mio professore si arrabbiasse così tanto ogni volta che vedeva la mia scrivania. Non era l’assenza di ordine che lo turbava bensì l’assenza di personalizzazione. Ricordo ancora la sua voce greve ripetere che lavorare in uno spazio neutrale e asettico era come stare in una casa senza indirizzo.

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Dimmi come lavori e ti dirò chi sei, può sembrare banale ma non lo è

Solo nel tempo ho iniziato a capire cosa volesse dire. Il primo concetto è il senso di appartenenza a un luogo.
Se non ti senti parte di quello spazio, se non lo senti abbastanza tuo e se non ti ci trovi a tuo agio, difficilmente potrai dare il massimo. E’ probabile che il lavoro non ti piaccia o che sia temporaneo e tu lì solo di passaggio.

E così le volte successive iniziai a colonizzare il mio spazio: la tazza del tè, la sciarpa come coperta di Linus, le penne, le matite, i libri, i taccuini e una lampada a luce diretta.

Così, proprio come in un film Americano, ogni volta che lasciavo, portavo via le mie cose e non dimenticavo mai di mettere nella scatola tutti i ricordi e i bei momenti.

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Lavorare a casa, lavorare in uno studio, lavorare in giro, dimmi come lavori e ti dirò chi sei

C’è chi deve uscire tutte le mattine e recarsi in un luogo per concentrarsi e c’è chi ha la fortuna e la forza di ritagliarsi un angolo della sua casa. Lì c’è tutto il suo mondo. Quello che gli dà sicurezza. Per concentrarsi ha bisogno solo di avere intorno a sé il conforto visivo di ciò che lo fa stare bene.

Una camera adibita a studio, un tavolo nell’angolo di un soggiorno, una terrazza che diventa una piccola isola felice. La tua.
Prendi un tavolo, le tue riviste preferite, un piccolo tappeto per rilassarti, una tazza di te e un po’ di piante.

Lasciarsi ispirare dai tetti di Roma è una delle cose più poetiche che esista; le sue antenne, i suoi intonaci malandati e le mille contraddizioni.
Se ti senti ispirato in un luogo così è quasi sicuro che sei uno scrittore, un artista, un designer o qualcuno che ha la testa fra le nuvole fin troppo spesso.

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Maglione Souli \ Pantalone Zara \ rossetto Mac \ anello Pylones

Location: un tetto di Roma

ph. Elisa Rinaldi fotografa