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Peggio del web protagonisti e antidoti pourparler

sarakiniki beach in milos

Peggio del web si è verificato sul finire di agosto in una estate non particolarmente calda. Eppure ce l’avevamo quasi fatta. Sopravvissuti alle Olimpiadi di Rio e alle temperature miti, pochi sono stati quelli che hanno perso le staffe. Invece no, proprio alla fine, ecco che è arrivato comunque. Il peggio si presenta sempre, a momenti alterni e ritorna ciclicamente. Quando Arthur Bloch scrisse la Legge di Murphy più di 30 anni fa per deridere la negatività quotidiana, non poteva immaginare che prima o poi sarebbero arrivati i disfattisti del web.

Per fortuna esiste un antidoto anche per loro, e non è a base di collane di aglio e peperoncino.

“L’uomo si stanca del bene, cerca il meglio, trova il male, e se ne accontenta per timore del peggio”. – Arthur Bloch, La legge di Murphy III, 1982

Peggio del web tra cliché e consumatori seriali di negatività

Nell’ultima settimana abbiamo assitito a un proliferare di opinionisti / tuttologi in grado di disquisire in ogni campo. Li citerò in ordine sparso, così come appaiono nella mia mente. Un esercito eterogeneo che non ha nè sesso nè età.

Esperto di problemi amministrativi – sa perfettamente come gestire la cosa pubblica.

Sociologo – i suoi studi umanistici gli consentono di capire l’andamento delle folle e risolvere i problemi umanitari con slogan e claim.

Moralizzatore – ha il diritto o meglio il dovere di dire cosa è giusto e cosa no (la sua opinione vale più delle altre).

Anti buonista – viviamo in un mondo di ipocriti; meglio denunciare e dire le cose come stanno (se poi scappa qualche offesa gratuita non fa nulla, è necessaria).

Architetto mancato – ha tutti i numeri di AD e un gran senso estetico; è tra i pochi ad avere il diritto di parlare di concept, identità dei luoghi e progettazione di interni.

Odiatore seriale – ce l’ha contro tutto e tutti, ma proprio tutto e tutti.

NOTA BENE: Questa catalogazione non ha carattere esaustivo e neanche un intento di critica. Osserva un fenomeno e descrive solo alcune delle figure emerse. Ce ne sono altre. Qualcuno le etichetta sotto la definizione generica di haters. Personalità eclettiche che si manifestano in molte forme, non più solo dietro fantasiosi nickname inclini all’insulto facile.

Chi c’è dietro il peggio del web

Il peggio del web non ha nulla a che vedere con il webete riesumato da Mentana. Il peggio del web è molto peggio di chi viene accusato di essere tale. Si può nascondere dietro figure apparentemente miti e innocue, ma lo si smaschera facilmente. E’ portatore sano di verità assolute. Pronto ad attribuire colpe e sbagli a terzi. Si mette sul piedistallo e dall’alto della sua oggettività decide. Cosa si può dire e cosa no. Sa cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non nasconde di odiare molte caratteristiche della società attuale che in estate si sublimano, causando reazioni incontrollate.

“Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono” – Voltaire

Perchè il peggio del web si manifesta a fine agosto

Le ferie esasperano gli animi, le foto di vacanze belle e impossibili postate su Instagram accentuano lo scontento. «Se tutti sono in una spiaggia, ad accendere un barbecue o a guardare fuochi d’artificio e tu sei rimasto a casa, ti assale la sensazione di essere rimasto tagliato fuori», scrive il New York Times. Le reazioni da spettatore passivo sono opposte. A volte si attorcigliano intorno a un frustrato «slacktivism», che porta a cliccare il tasto like anche quando non si vorrebbe […]. Se il post ha fatto il pieno di like, proprio noi vogliamo tirarci indietro (e rischiare di sembrare invidiosi)? Una buona percentuale di persone decide di «unfolloware» chi gli fa saltare i nervi a ogni post, mentre gli haters duri imboccano la catartica via dell’insulto – Michela Proietti sul corriere.it

Lui \ lei odiano in ordine confuso: i sefie, le foto al mare, i costumi, la folla, il mohito, Gallipoli, Ibiza e Formentera, la Grecia, la sagra del cinghiale, l’estate, la vita tutta.

Ecco da lei \ lui c’e solo da imparare. Cosa non essere, innanzitutto.

Il rimedio al peggio del web come filosofia di vita

Imparare a rimanere freddi e a non lasciarsi influenzare, lanciandosi in insensate forme di adulazione. Non pensiate che chi giudica e commenta tutto abbia un senso critico più spiccato; ancora meno una autostima consolidata. Spesso questo comportamento nasconde una insana attitudine alla vita. Le minoranze possono essere insiemi di persone che promuovono mode più dannose della moda globale stessa.

Dimostrare di non appartenere a un gruppo è una tendenza più settaria dell’uniformarsi. Fortunatamente sul web tutto questo avviene solo a livello verbale. Le parole feriscono e lacerano, ma solo i fatti lasciano segni indelebili.

Alla fine, il rischio di queste battaglie che passano attraverso schermi luminosi e foto più o meno ritoccate, è più alto per chi le promuove perdendosi una buona parte di vita privata.
Quella fatta di attimi, sorprese, banalità e avventure fuori controllo. Non credete quando vi dicono che lottano per un mondo migliore. Nessun mondo è mai diventato migliore seminando odio e negatività.

In questi casi, meglio praticare l’indifferenza e concentrarsi su se stessi. Come quando ti svegli alle 7 del mattino per osservare l’alba in un posto magico. Riempi gli occhi di questi luoghi, trasformali in ricordi e usali quando qualcuno proverà ad offuscare la tua mente con gli effluvi della negatività.

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