Miao Ran per Altaroma scuote, spiazza e a tratti perplime. Non è facile partecipare a una sfilata come la sua, senza interrogarsi sul cosa significa fare moda oggi. Non per parlare di massimi sistemi, ma se George Simmel affermava che:
I problemi più profondi della vita moderna derivano dalla pretesa dell’individuo di preservare l’autonomia e l’individualità […] di fronte alle forze sociali schiaccianti […] – cit
uno show come quello del designer scoperto da who is on next? va inquadrato e capito nella sua ricerca stilistica prima di tutto. Non pensa all’individuo in quanto uomo o donna, ma vuole vestire l’essere umano in generale.
Miao Ran per Altaroma la collezione che va oltre il genderless
E’ per questo che i suoi capi hanno poche variazioni sul tema e le forme variano leggermente tra quelle per l’uomo o per la donna. Penso sia riduttivo definirla genderless. Qui non ci sono donne che prendono in prestito abiti maschili o viceversa. C’è la costruzione di un vocabolario stilistico fatto di capi over che nascondono il corpo per puntare su altro.
Sicuramente non è facile rimanere affascinati da queste combinazione che risultano composte da volumi sovrapposti e tessuti corposi e densi, ma offrono degli spunti di riflessione interessanti, come il total look in denim giapponese e in stampa floreale bianca su fondo blu.
Il significato di una collezione Miao Ran per Altaroma
Ci sono stilisti che scelgono una determinata strada per compiacere il grande pubblico, altri che scelgono una nicchia – magari di lusso – e poi c’è chi pensa di affermare la propria identità e valori non curante del giudizio globale.
E’ innovativa la capacità di Miao Ran portare in passerella uomini e donne vestiti uguali senza che l’uno risulti eccessivamente aggraziato o decisamente sgraziato nei panni dell’altro.
Photo by Elisa Rinaldi Fotografa
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