Chi sei? Sai rispondere a questa domanda? Io l’ho fatto con una foto

Chi sei? Sai rispondere a questa domanda?

Era un po’ di tempo che non andavo sul personale. Un bel po’ che non indagavo in modo più introspettivo. Annebbiata dall’esercito dei selfie, mi sono lasciata prendere dall’apparire. Molto più che dall’essere.

Cosa mi ha scosso?

Una fotografia. Questa fotografia. Eh vabbè direte voi, che sarà mai. Una foto, come tante. Peggio di altre? Forse! dal momento che Elisa neanche voleva inviarmela. “Non mi convince”, mi ha detto più volte. Lei, che fa di ogni scatto un’opera d’arte.

Per me, però, è tutta un’altra storia. Questa foto sono io.

Iniziando da come l’abbiamo scattata. Sulle scale di casa. Tra la vergogna e la timidezza di essere beccate da un inquilino, e la voglia di immortalare un momento con quelle scarpette. Ancora una volta quelle scarpette rosa, di raso, che non indossavo da anni. Avevo una incredibile voglia di salire sulle punte. Un’altra volta.

Chi sei? Chi sono?

Mi è tornata in mente una domanda che mi sono fatta tante volte in passato.

Chi sono?

Ma da che punto di vista scusa. E tu chi sei? Non è mica facile rispondere. Ancora meno se si pensa a secoli di filosofi e dottrine.

Caldo-freddo-vento-pioggia-grandine-sole-e ancora pioggia – cit

Qualche volta neve e pure tempesta. Molto spesso. Forse descriversi con gli eventi metereologici è più efficace che con i tre aggettivi usati sulla poltrona dello psicanalista.

MOODY

Che in Italiano significa lunatica. Ma non in base al tempo, questa volta. A seconda delle emozioni. Quelle che ti fanno piombare a picco nei dubbi più atroci e volare su una stella sotto effetto dell’euforia. Proprio loro che ti tengono viva e spingono a cambiare continuamente. A non essere mai la stessa perché ognuno di noi di personalità ne ha tante quante le persone che frequenta.

Perché il mondo lì fuori è spesso noioso. Troppo. E dobbiamo provare a non annoiarci di noi stessi. Perlomeno.

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