Borse di plastica firmate, o meglio, sacchetti brandizzati da perdere la testa

Difficile distinguere quando la moda si prende gioco di noi e quando fa sul serio. Ultimamente il nostro spirito critico è messo a dura prova. Le passerelle ci bombardano di trend che a prima vista ci sembrano dei terribili non sens, ma che successivamente prendono piede nel nostro immaginario e diventano quasi delle ossessioni.

Questa sensazione riguarda soprattutto il mondo degli accessori. Siano esse scarpe o borse. Ormai è lontana la prima volta in cui guardammo i sabò di Gucci con pelo (diventata lana) o le maxi sneakers Triple S di Balenciaga con diffidenza.

Adesso quasi tutto si concentra sulle borse. O meglio sui sacchetti di plastica griffati.

Borse plastica firmate, la follia dei sacchetti super luxe

I supermercati sono anni che, per questioni ecologiche, fanno la guerra al tanto odiato sacchetto di plastica. Ed ecco che la moda, con il suo sguardo beffardo, ha deciso di riproporceli.

Non sono molto più che banali sacchetti trasparenti o colorati, ma che costano dai 150 ai 1150 dollari.

Sembrerebbe che il primo a proporli sia stato Raf Simons, nella sfilata primavera estate 2011 di Jil Sander. In quell’occasione è comparso il primo sacchetto di colore arancione, venduto alla cifra di 115 $.

Raf Simons ha lanciato, ben 7 anni fa, un trend che risuonava più come una provocazione. L’anti IT bag. La democratizzazione – estremizzata – di una borsa di moda.

Le ultime borse plastica firmate Céline, Burberry, Balenciaga

Ma i sacchetti di plastica sono tornati. Quest’anno.

Il più famoso, già al braccio delle it – girl più trendy avvistate durante l’ultima PFW, è quello proposto da Phoebe Philo per Céline. 590 $ per una borsa trasparente con logo che lascia intravedere altrettante pochette firmate. Poi la versione di Demna per Balenciaga, che ha rivisitato i sacchetti del supermercato tedesco in pelle d’agnello.

La versione di Burberry che, nell’ultima collezione autunno \ inverno 2018, ha proposto borse in latex color giallo e azzurro pastello. Non sono acquistabili singolarmente, ma utilizzate in boutique per gli acquisti.

Morale?

La morale è che non c’è morale. Inutile leggere principi ambientalisti o scopi etici o umanitari. Qui si tratta di provocare e far parlare di sè. A ognuno di noi la capacità di agire secondo la sua coscienza critica.

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