Tendenza kilt: gli inglesi lo sanno fare bene. Da Mackintosh a McCoach

Tendenza kilt, per fortuna ci sono cose che non passano mai di moda. La tendenza kilt è una di queste. A metà tra uno stile da college, Inglese ovviamente, e un punk ribelle che spera di fuggire presto di casa, il kilt ne ha fatta di strada. Di origine scozzese, è una di quelle divise che abbiamo imparato ad indossare – con leggerezza – in tutto il mondo. E  ad ogni età.

Lui indossa gli stivali, un kilt e una maglietta a maniche lunghe. Nessun cappotto, sebbene sia Dicembre. Le persone belle non hanno bisogno di indossare i cappotti. Hanno la loro aura che li tiene caldi.

Originariamente lo indossavano gli uomini. Oggi lo indossano le donne che amano confondere gli stili. Donne con una attitudine. Quelle che credono che la moda sia un continuo ritorno ai classici da assemblare con cura.

Tendenza kilt o meglio “le Kilt” di Samantha McCoach

Ispirato alla tradizione, ma al passo con i tempi. Semplice nel concept, ma ambizioso nell’obiettivo. Puntare su capi che sono sempre esistiti rendendoli desiderabili e ambiti. Maglioni, A-line dress, jeans e kilt, semplice, no?

No, per chi nel XXI secolo decide di lavorare con elementi basici da sempre esistiti, trovando il proprio posto e aggiungendo un tassello. Questo è quello che fa le Kilt di Samantha McCoach. Il denim è prodotto in collaborazione con Blackhorse Lane Ateliers, brand londinese sostenibile. I kilt sfruttando l’heritage inconfondibile di Mackintosh.

Come si è evoluta la Tendenza kilt

Non solo kilt, ma anche tartan in generale. Nei total look di Moschino. Nelle gonne abbondanti e decadenti di Vivienne Westwood. Nello chiffon delle camicie di Dries Van Noten e nella stampa quadri di Burberry. La parola d’ordine è decomporre e sorprendere.

Il kilt non è più solo la gonna della tradizione anglosassone. Indossata più volte dalla regina Elisabetta con un maglione in cachemire dai colori pastello. Il kilt si abbina alla pelle, agli anfibi, al vinile e rimanda a un immaginario composto e scomposto. Che ora è grunge, poi punk e successivamente, se proprio ci va, anche bonton.