Moda customizzata, dovrebbe renderci diversi e invece ci omologa ancora di più. Un tempo erano le iniziali sulla camicia. Solitamente simbolo di appartenenza a una famiglia di origine nobiliare, con almeno tre cifre ricamate.
Oggi sono le nike con la scritta “rafa” di Nadal. È singolare che chi le compra non le vuole con le sue iniziali, ma con le stesse che ha visto addosso al campione che per la decima volta si è portato a casa la coppa nel baule di Louis Vuitton.
Moda customizzata perché ci teniamo così tanto a distinguerci con una scritta
Costruire uno stile personale è più difficile che ricamare o incidere un nome o uno slogan.
Ecco perché anche Calzedonia, quest’anno, per distinguersi, ha puntato su semplici costumi modello intero ai quali è possibile aggiungere il proprio nome. Per i meno fantasiosi, ci sono proposte preconfezionate come “born in the 80’s” o “beach vibes”. I creativi, invece, possono variare font, colore e dimensione e scegliere il loro stile.
Siamo in un era in cui la fedeltà al brand è bassa e le richieste sono molto alte. Il senso del controllo è attrattivo per i consumatori.
Personalizzare ci dà l’illusione di essere parte attiva del processo. Non solo di subirlo. In un certo senso quel nome, slogan, colore e font ci rende unici. Come il capo che dovremmo indossare.
Chi ha iniziato questa storia della moda customizzata?
La moda da sempre gioca con il nostro ego.
Non meravigliamoci, quindi, che Burberry abbia dato la possibilità di incidere le iniziali sull’iconico trench. E che Burberry Prorsum ha fatto sfilare ponchos personalizzati con le cifre, a caratteri cubitali, di Cara per l’autunno inverno 2014-2015.
Anche Ralph Lauren decise di stampare il nome di modelle, e poi di blogger, sulle polo della sua collezione primavera \ estate 2015.
Non ultima, Alberta Ferretti e il suo pullover con i giorni della settimana. Idea che ha conquistato il web da quando è comparsa nella pre fall 2017. Divertente, ma non originalissima, visto che Gap ha proposto i calzini con i 7 giorni della settimana, ben 10 anni fa.
Tra i must have della moda customizzata: bombers, borse e sneakers
Sono anni che personalizziamo le Converse. Dai tempi del liceo. Borchie, scritte, toppe. Lo stesso succedeva per gli zaini Invicta, must have degli anni ’90.
Recentemente sono comparsi i bomber. Come quelli di Rag&bone, di cui May Jagger è testimonial.
Non ultimo, oggi aspiriamo alla borsa Selleria Intrecciata di Fendi. Come Lady Gaga, Rihanna e Cara, vogliamo il nostro nome intrecciato a mano, da un artigiano specializzato. Al modico costo di circa 5000 euro.
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