Cosa non sai di Christian Dior inverno 2017. Segreti e aneddoti del famoso stilista

Cosa non sai di Christian Dior inverno 2017. Non è certamente facile raccontare qualcosa che va al di là di quello che tutti vediamo. La prima cosa che viene in mente è immaginare il futuro.

Che penseranno della Dio(r)evolution domani?

Sono passati ormai 70 anni da quando Carmel Snow, caporedattrice di “Harper’s Bazar”, definì new look le silhoutte del couturier.

Ma cosa direbbe oggi del lavoro della prima donna nella maison?

Mi domando se qualcuno riuscirà a trovare una nuova definizione o se c’è chi è interessato a farlo.

In realtà nessuno tenta di catalogare, perché a nessuno piacciono più le etichette. Compiacere è più forte che fare. Agire è più semplice che pensare. Rivoluzionare o innovare è invece oneroso perché ignoto e indefinito.

Quindi il lavoro di Mariagrazia Chiuri o lo ami – perché lo inquadri nel tentativo di costruire una identità più attuale e accattivante; o lo odi – perché lo trovi irriverente verso una maison che nasce come massima espressione dell’alta moda.

Ecco cosa non sai di Christian Dior inverno 2017

Che non sia già stato detto ovunque.

Del femminismo, dell’empowerment e del coraggio delle donne ne hanno parlato tutti. Pochi si sono soffermati sui mezzi.

Non è un caso che la modella Ruth Bell apra per la terza volta una sfilata Dior. Tutte da quando al potere c’è Mariagrazia. La sua somiglianza con la ragazza magica, Bebe Vio, è palese. Questa non è una casuale concidenza, ma trasforma in figura due degli intenti della direttrice creativa.

• parlare ai millenials. Dialogare e capire, aprendosi alle nuove generazioni.
• lanciare un messaggio che appoggia le differenze, l’emergere della personalità e invita alla lotta.

Lotta, non politica, ovviamente, ma quotidiana per i valori e le conquiste.

Nonostante siano in molti a sentirsi coinvolti dagli slogan comparsi sulle magliette della prima collezione e velatamente sottointesi nell’ultima,  esiste qualcuno che non è d’accordo.

Pablo Van Arsdalen scrive “we don’t need another hero?”. La moda deve farci sognare, non diventare espressione della vita comune.

Spesso cosa non sai di Christian Dior inverno 2017 era stato già detto proprio da lui

L’uniformità è la madre della noia.

quindi dissentiamo pure da quesa accusa di mancanza di sogno. Essere capaceidi non uniformarsi, di proporre qualcosa di diverso e attuale a discapito dei benpensanti è una dote.

Tra cosa non sai di Christian Dior inverno 2017 c’è che da sempre ha disegnato e lingerie per le sue clienti

Le passioni \ ossessioni tra cosa non sai di Christian Dior inverno 2017

Più di altri direttori creativi, l’attuale, ha studiato l’archivio della maison. Imparando, attingendo, reinterpretando con gli occhi di una donna del 2017, alcune tra le più grandi ossessioni del fondatore. Da qui la sua più grande forza.

Non parliamo solo del naivy blu (il colore del cielo, dei jeans e l’unico in grado di competere con il nero). Parliamo di aspetti della vita spesso meno noti.

Dior è sempre stato attratto e influenzato dagli indovini

Una specie di ossessione che ha ereditato dalla sua nonna materna, li ha sempre frequentati dall’età di 14 anni. Ecco perché spesso compaiono tarocchi, segni astrali e icone appartenenti a questo mondo nelle collezioni.

Così come ha sempre amato l’architettura

Il mio debole è la vocazione per l’architettura, che mi affascina sin dall’infanzia. Questa vocazione, osteggiata dalla mia famiglia, ha sfruttato la moda come mezzo espressivo indiretto. […] un vestito, come lo concepisco io, è una architettura effimera destinata a esaltare le proporzioni del corpo femminile. Gli stilisti si avvalgono del filo a piombo non meno dei muratori

L’ultima cosa è che C.D. ha fatto delle sue passioni, la sua vita e questo dovrebbe essere guida e ispirazione.