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Nuova tendenza globale non solo moda: unione e condivisione

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Avete notato che ultimamente si tende ad unire le forze per arrivare lì dove non si riesce da soli? Lo ha ammesso recentemente anche Mark Zuckemberg nella sua presentazione alla Luiss a Roma:

“Il segreto del successo è il lavoro di squadra”

Se un lavoro di squadra è servito per ideare e portare avanti il social più famoso al mondo, immaginiamo quanto sia necessario in campi più complessi e competitivi. È il caso dei gruppi  come LVMH e Kering. I colossi del lusso che hanno accorpato marchi storici per imporsi sul mercato globale. Se Louis Vuitton ha la necessità di unirsi con Dior, Fendi, Céline, Givenchy, Bulgari (per citarne solo alcuni) in LVMH e se Gucci si allea con Bottega Veneta, Saint Laurent, Balenciaga (sempre per citarne altri ) in Kering, è semplice capire come è difficile farcela da soli –  anche in campi più circoscritti.

Nuova tendenza globale è l’unione di forze che parte dall’alto recrutando in basso

Come è chiaro già dalle premesse, questa è una strategia che riguarda i più forti e non i più deboli. Sono i potenti a fare da catalizzatori e accorpare identità piccole da cui trarre giovamento.

In cambio di cosa?

Spesso semplicemente di visibilità o possibilità di fregiarsi di una certa autorevolezza che cresce. Questo è successo anni fa, quasi all’inizio della diffusione del fenomeno blogging in Italia, con le it-girl di Grazia. In tempi più recenti con le beauty reporter di Glamour e qualche giorno fa con una iniziativa di Donna Moderna.

Qual è l’obiettivo?

Sempre lo stesso. Raccogliere dal basso manodopera, idee, suggerimenti, condivisioni, contatti e visibilità. Più o meno. Più o meno perché in realtà ognuno dei progetti sopra citati, ha le dovute differenze e specificità.

Questa nuova tendenza globale comunque non riguarda solo i portali prettamente femminili che si rivolgono alle donne e fanno leva sulla voglia di esprimere opinioni. O sulla nostra presunta vanità. Se questo è vero per il progetto “donne vere” di D.M. che in cambio della quantità più alta di click, sotto forma di voti, ti promette la partecipazione a servizi fotografici pubblicati sul loro magazine.

Non è sicuramente questa la ragione per l’autorevole portale di Business of Fashion. Con la sua rassegna stampa daily digest, accorpa quotidianamente articoli pubblicati sul The New York times, Vanity Fair, Fortune e altri. Dopo un breve abstract rimanda poi la lettura direttamente sul sito originario.

Non è questo un modo per costruirsi un’ottima strategia di link building?

Per scrivere come contributor di Business of Fashion.

Non solo. Il portale offre anche una opportunità per accrescere autorevolezza a chi lavora, scrive e pensa nel mondo della moda.

Con il progetto OP-ED, Business of Fashion dà la possibilità a tutti di scrivere articoli su un gran numero di argomenti. La lunghezza consigliata è di 700-800 parole e il contributo va inviato a contributors@businessoffashion.com (in lingua inglese) ovviamente.

Questo è un modo intelligente e sensato di dare voce a chi ha idee e opinioni che meritano di essere ascoltate.

Dai portali multi opinion alle collezioni che nascono con i social, parliamo di una nuova tendenza globale

Fino ad ora abbiamo parlato di contributi scritti , di piattaforme che puntano a uno scambio di favori reciproco. Ma c’è dell’altro. Questo è il caso di Tommy Hilfinger che dopo il boom ottenuto grazie al see now buy now e alla collezione di Gigi Hadid, ha deciso di creare la prossima grazie all’aiuto dei suoi follower. Fino al 31 ottobre scorso era infatti possibile commentare video, immagini e post. Non solo. Era possibile scegliere fra una serie di capi selezionati che, una volta scelti, sfileranno in passerella a febbraio e saranno acquistabili direttamente dopo lo show.

Non so se tutti questi fenomeni fanno parte del processo di democratizzazione della moda, proprio come le catene low cost che permettono a tutti di accedere all’ultimo trend, o sia solo un processo di commercializzazione che porti guadagni e visibilità a pochi con l’aiuto di molti.

Nel dubbio aspetto che qualcuno decida di convidere le sue osservazione e nel frattempo, aspetto l’illuminazione.

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