Like

Multiprospettiva: AAA nuove possibilità creative cercasi

Multiprospettiva collega di moda, ispirazione mucha

Multiprospettiva e spazio liquido. Parole quasi in codice, memento dell’importanza del concetto di significazione, prima ancora che di quello di comunicazione. Associazioni di idee, ispirazioni, suggestioni trasversali in grado di aggiungere livelli e strati succulenti di contenuto. Non è più tempo di semplificare. Il messaggio deve essere chiaro, ma complesso. La complessità attira più della banalità; come un piatto di lasagna rispetto a uno di pasta in bianco. Questo non significa alterazione di contenuto, tutt’altro. Sottointende una esaltazione dello stesso a favore di aspetti autentici e veri, ma allo stesso tempo più accattivanti e interessanti.

Multiprospettiva è il modo di guardare le cose da più punti di vista

Le contaminazioni hanno sempre portato ai risultati più interessanti. Tra arte e architettura per esempio. Tra moda e design. Contrapposizioni non per forza antinomiche, ma anche innesti e ibridi. E’ la somma delle differenze a creare la varietà e l’effetto sorpresa che tutti cerchiamo. Guardare le cose da più punti di vista per tessere un filo conduttore trasversale che si muove in un territorio permeabile e arriva fino alla comunicazione alla quale trasferisce complessità e ricchezza.

Un solo livello non basta più. E’ lo stesso motivo per cui la realtà 2D viene spesso sostituita da quella 3D. Le ispirazioni convergono nelle suggestioni, gli stati d’animo collassano sugli ideali e le immagini non sono più statiche, ma visioni in mutamento che diventano modelli di vita. Immagine come  specchio e ricerca di uno stile di vita.

In molti scelgono la via della multiprospettiva

Questa attenzione verso forme di narrative complesse la si trova ovunque. Gucci e il suo progetto #Guccigram. Valentino e i suoi mondi contaminati da artisti internazionali. Prada che in una delle sue ultime campagne accessori ha smesso di fotografare solo le borse. Oltre all’oggetto ci sono paesaggi e suggestioni.

“Una donna porta con sè frammenti della sua storia, le sue esperienze, i suoi amori e i suoi drammi: una borsa contiene multiple narrative”

Questa la descrizione che si accompagna alla Prada Bibliotheque capace di ospitare diversi affairs e avventure inaspettate.

In questo modo la campagna di Prada si ritrova non venderci solo una borsa, ma un immaginario, risvegliando il bagaglio culturale e il mondo di riferimento di ognuno di noi. La consequenza diretta è che non ammireremo più l’accessorio in quanto oggetto,  ma la desidereremo in quanto icona di un certo stile di vita.

La multiprospettiva applicata alla vita reale

Vale per una campagna pubblicitaria, per una immagine e forse anche per la vita reale. Capire quali sono gli elementi che vogliamo inserire nella nostra narrazione, per avere un racconto che sia più carico di significati. Invece di rimanere a guardare possiamo accendere un processo di significazione denso, meno attento al modo diretto in cui comunichiamo noi stessi agli altri, ma più focalizzato sui diversi livelli di interpretazione possibile che scaturiscono dal nostro messaggio. Il risultato è una scelta più consapevole, non un trasporto insensato verso una tendenza.

Cercare le influenze non ha poi così tanto senso. Meglio trovare il modo di raccontare noi stessi, l’ispirazione che ci migliora e arrichisce. Possiamo mettere un nostro autoritratto senza per forza scattare un selfie. Mostrarci sulla spiaggia in bikini senza ostentare un corpo banalmente svestito.

Essere e non apparire. Come si è. E forse anche un po’ meno. Non esiste una comunicazione sbagliata o eccessiva, ma solo il rischio di sembrare chi non siamo e di apparire per questo stonati e fuori luogo.

Multiprospettiva come memento di originalità, la copia non funziona

E’ questo il motivo per cui la copia di qualcosa o qualcuno non potrà mai funzionare fino in fondo. Il rischio di obbedire a un clichè più squallido del luogo comune stesso è quello di risultare finti, minando il concetto di identità .

L’identità personale per quanto frammentata, incompleta, irrisolta, confusa, più brutta di quella che vorremmo, ha comunque il diritto di venir fuori. Anche solo per essere messa in discussione.

Magari pensando a noi stessi in un moodboard onirico e quasi delirante. Forzato e riempito con gli elementi che ci interessano, prefigurando la nostra personale idea di bello a prescindere da tutto ciò che ci circonda.

Multiprospettiva collega di moda, ispirazione mucha

Multiprospettiva

co – creative credits: Rosa Topputo di D’Arc.Studio

graphic: Marinella Rauso