Packaging che fa bene all’ambiente

Packaging è una parola Inglese comunemente usata anche da noi. Banalmente significa imballaggio, ma quando la prendiamo in prestito dai paesi angosassoni ci aggiungiamo qualcosa: il valore creativo e commerciale. L’arte del packaging ha a che fare con il prodotto stesso. E’ parte integrante del brand, è il modo in cui il prodotto si presenta al consumatore, è l’abito e il modo in cui interagiamo per la prima volta con l’oggetto. E’ la famosa prima impressione.

Packaging non se ne può fare a meno, ma ne dobbiamo fare meno o meglio

Buste, scatole, incarti per alimenti e ogni forma di moderna diavoleria. Ogni volta che acquistiamo qualcosa – da un utensile da cucina fino a un alimento – veniamo sommersi da kg di plastica.

“Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso” – José Ortega y Gasset

Ma la plastica non è l’unica possibilità anzi è la peggiore. Esistono altre soluzioni e da cittadini \ consumatori, ancor prima che designer o produttori, dovremmo essere più consapevoli e attenti. Come quando si è diffusa la tendenza ad aggiungere una shopper in stoffa, tela e qualsiasi altro materiale nella borsa.

Le aziende del packaging che fa bene all’ambiente

Ma anche le plastiche non sono tutte uguali. Esistono delle aziende che hanno fatto dell’etica un credo alla base del loro business. Dal 1958 Cevil si occupa di plastiche biodegradabili e compostabili. Biodegrabile significa che la plastica può essere decomposta da agenti biofisici naturali  (batteri, luce solare e altro) senza definire il tempo necessario; compostabile, invece, è una biodegradazione in un tempo massimo di tre mesi che avviene in un compost (terricciato fertile).

Scegliere accuratamente gli imballaggi dei prodotti che acquistiamo deve diventare sempre più un’attitudine che sensibilizzerà i produttori. Perchè ogni cosa può essere bella e anche buona.