The Boston charme

Tra me e gli stati uniti c’è una vera storia d’amore. Non so bene quando sia iniziata, ma sicuramente molto tempo fa. Forse inconsciamente, da teenager, quando guardando le serie tv, sognavo il College o di vivere a Manhattan.

Per assecondare questa specie di ossessione barra passione, l’anno scorso ho attraversato il nuovo continente in macchina: dalla East coast alla West coast sulla famosa Route 66 in un susseguirsi di paesaggi già visti in tv mille volte, di luci al neon, insegne giganti e natura sconfinata, passando da un motel a uno sfavillante resort di Las Vegas (che ha lo stesso prezzo del motel)

Quest’anno ho fatto di nuovo la valigia.

I miei fedelissimi shorts e le mie converse verde bosco.

6 paia di scarpe che poi andrò a New York.

Magliette a righe che è pur sempre estate anche se non siamo a St. Tropez.

Uno smalto nero Chanel nuovo di zecca preso all’aeroporto di Fiumicino.

Le mie gonne midi che a me il lungo proprio non sta, la mia reflex e il mio iphone e gli occhiali da sole.

Un little back-pack come lo chiamano qui.

E un po’ di spazio vuoto per comprare qualcosa di estroso qui.

Da ieri in giro per le vie di Boston, che se non ci siete mai state sarà come se ci viveste da sempre. Qui si vive la storia dell’Indipendenza Americana seguendo la linea di mattoni rossi sul pavimento della città che segna il Freedom trail (percorso della libertà), ma si respira un’aria tutta italiana. In uno dei quartieri del centro si parla, si mangia, si beve e forse si pensa anche in Italiano.

Tra gli edifici con i mattoni rossi, le scale antincendio, l’odore di tagliatelle e pasta, non puoi non pensare che tra l’America e l’Italia esiste un rapporto viscerale che va ben oltre la mia ossessione barra passione.

E se fosse un’icona di moda sarebbe Georgia May Jagger per W magazine, vestita di tweed, di velluto porpora o chiffon e lustrini in uno dei caffè del centro o nelle camere del Liberty hotel nel West End.

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